venerdì 30 novembre 2012

COMUNICATO INFORMATIVO DELL'AUTORITÀ SIRIANA RELATIVO ALL’ORRIBILE ATTENTATO TERRORISTICO AVVENUTO IERI A JARAMANA, CHE HA CAUSATO 56 MORTI E CIRCA 100 FERITI

Riceviamo dall’Autorità Siriana e trasmettiamo un comunicato informativo relati
vo all’orribile attentato terroristico avvenuto ieri a Jaramana, che ha causato 56 morti e circa 100 feriti.

Che Dio abbia in gloria le anime di queste vittime innocenti, che Dio protegga la Siria e il Suo popolo forte e valoroso.
#

Ieri mattina, mercoledì 28 novembre 2012, nella piazza principale di Jaramana, nella periferia di Damasco, due terroristi kamikaze hanno fatto esplodere due autobombe cariche di esplosivi. Le violentissime deflagrazioni, avvenute in simultanea, hanno causato 56morti e circa 100 feriti, tutti civili residenti nell’area colpita, oltre a ingenti danni materiali agli edifici, agli esercizi commerciali e alle autovetture parcheggiate nel luogo degli scoppi.

Contemporaneamente alle due esplosioni, sono esplosi due ordigni nei quartieri di Nahda e Qariyat, siti sempre a Jaramana, che hanno causato molti danni materiali.

Il Ministro dell’Insegnamento Superiore della Repubblica Araba Siriana, Dott. Mohammad Yahya Maalla, che si è recato in visita dei feriti all’ospedale “Muasah”, ha dichiarato che la catena di violente esplosioni è un lavoro terrorista, aggiungendo che il terrorismo non ha confini, né patria, né religione, e che il suo obiettivo è causare il maggior numero di danni possibili alle infrastrutture e all’essere umano, sottolineando che le esplosioni a tempo sono state intenzionalmente volute per riuscire ad uccidere il maggior numero di cittadini.

Il ministro ha infine affermato che si è trattata di un’azione crudele, ignobile, disumana, per la quale non si trovano parole.

Il prefetto della periferia di Damasco, Ing. Hussein Makhlouf, ha descritto le esplosioni terroristiche di Jaramana come il peggiore dei crimini, in quanto hanno preso di mira cittadini innocenti mentre si stavano recando al lavoro, a scuola, all’università, ed affermando che chi ha compiuto un simile atto, si è approfittato dell’animo buono dei siriani nel prestare immediato soccorso ai feriti coinvolti e nell’aiutare gli altri, mediante due esplosioni a in rapida successione, mirando quindi alla gente che, corsa numerosa, prestava assistenza ai feriti, per riuscire a riportare il maggior numero di vittime possibile.

Il prefetto ha aggiunto che la cruenta azione terroristica, frutto dell’odio che i gruppi terroristi provano per Jaramana, è diametralmente opposta allo spirito pacifico e tollerante della città, che rinnega qualsivoglia forma di estremismo e cospirazione, e riflette l’immagine pura e autentica della famiglia siriana allargata che accoglie al suo interno tutte le confessioni religiose e le appartenenze sociali. 

giovedì 29 novembre 2012

Siria, raffica di attentati in periferia Damasco: oltre 30 morti


Damasco - E' di 34 morti e 83 feriti il bilancio delle quattro esplosioni che si sono registrate oggi nella zona a maggioranza cristiana di Damasco.
Lo riferisce il Ministero degli Interni siriano. La televisione di Stato spiega che quattro esplosioni, due delle quali provocate da autobomba, si sono registrate nel distretto di Jaramana, dove i residenti sono tra i piu' forti sostenitori del loro presidente, Bashar al-Assad. Nelle ultime settimane i gruppi armati, sponsorizzati dall'estero, hanno intensificato le loro operazioni terroristiche nella capitale siriana.

mercoledì 28 novembre 2012

MEDVEDEV: IL SOSTEGNO DELLA FRANCIA ALLA COALIZIONE SIRIANA È CONTRARIO AL DIRITTO INTERNAZIONALE ... LA SOLUZIONE ALLA CRISI IN SIRIA È IL DIALOGO.

Mosca - Il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha detto che il supporto della Francia alla cosiddetta "Coalizione siriana" è contrario alla legge internazionale, perché nessuno Stato ha il diritto di cambiare il regime politico di un altro con la 
forza.
In un'intervista con i media francesi, pubblicata sul sito ufficiale del governo russo, Medvedev ha indicato che la voglia di cambiare un sistema politico di un governo, attraverso il riconoscimento di un'altra forza politica come unica rappresentante di questo stato, è una cosa incivile, aggiungendo che è meglio per l'opposizione siriana arrivare al potere con i mezzi legittimi e non con l'invio di armi.
Medvedev ha aggiunto che la Russia è abbastanza contrastata a causa della crisi della Siria in quanto crea una nuova fonte di tensione in Medio Oriente, che potrebbe essere sfruttata da parte di estremisti, cosa che non è nell'interesse della Siria, della Russia o della Francia.
"Mosca ha una posizione neutrale nei confronti della Siria e condanna la violenza da qualsiasi parte, ma i tentativi da parte di alcuni paesi di determinare chi sarebbe il Presidente della Siria è inaccettabile".
Ha criticato a tal fine la decisione di sostenere una parte politica contro un regime legittimo e un governo riconosciuto da altri paesi, definendolo "totalmente inaccettabile" in termini di diritto internazionale.
Egli ha osservato, in secondo luogo, che la cooperazione militare del suo paese con la Siria rispetta il diritto internazionale, affermando che le esportazioni russe in Siria sono armi di difesa contro l'aggressione straniera.
Da parte sua, l'AFP ha riferito che Medvedev ha descritto la richiesta di revoca dell'embargo sulla fornitura di armi all'opposizione siriana come "molto discutibile".
Il primo ministro russo ha ribadito che l'unica soluzione alla crisi in Siria è il dialogo e la partecipazione alle elezioni, in quanto i siriani sono gli unici che hanno il diritto di determinare il destino del proprio paese.
Resta da aggiungere che Medvedev farà una visita di lavoro oggi in Francia.

martedì 27 novembre 2012

SI È DIMESSO IL COMANDANTE GENERALE DELLE FORZE AEREE TURCHE MOHAMMED ARTIN.

Il comandante dell'aviazione turca, Gen. Mohammad Artin ha presentato le sue dimissioni al Primo Ministro Recep Tayyip E...
rdogan ed al Presidente turco Abdullah Gul.

Il Comandante Artin, è da tempo noto per le sue posizioni contrarie alla modifica delle regole d’ingaggio ai danni di paesi confinanti, in particolare la Siria.

Il Gen. Artin non era convinto delle linee politiche del partito "giustizia e libertà" di Erdogan nei confronti di Bagdad e Damasco, e si era opposto recentemente al dispiegamento dei missili antiaerei Patriot lungo il confine con la Siria.

Il presidente turco Abdullah Gul e il Primo Ministro Erdogan stanno cercando di convincere il generale di ritirare le sue dimissioni.
Visualizza altro

lunedì 26 novembre 2012

MOLTI TERRORISTI RICERCATI AFFRONTATI E NEUTRALIZZATI A HOMS

Gruppi armati del FSA hanno compiuto un nuovo massacro: hanno ucciso 4 persone per fare un video in cui accusare l’Esercito Arabo Siriano degli omicidi.

Questi terroristi, appartenenti ad una banda denominata “Hamza Bin Abed al-Muttal...
eb”, hanno ucciso a sangue freddo un ex leader del partito al-Baath, Muhammad Rashid al-Mweili, il capitano in pensione dell’Esercito siriano Mahmoud Assani e due altri cittadini, i fratelli Fouad e Nidal Ajaj , dopo che essi si erano rifiutati di unirsi al gruppo armato terroristico.

I terroristi hanno fatto un videoclip mentre uccidevano queste 4 persone, indossando uniformi false, inviandoli a diversi canali mediatici e accusando l’esercito siriano di aver commesso tale massacro.

Homs: nel centro della città, una unità speciale dell’esercito arabo siriano ha catturato un veicolo carico d’armi: lanciarazzi RPG, munizioni per RPG, fucili mitragliatori semiautomatici AK47, fucili di precisione da cecchino, dispositivi per esplosivi, pistole e fucili.
Sempre ad Homs, l’esercito arabo siriano ha eliminato, nel corso di pesanti combattimenti, molti uomini armati nelle aree di al-Wa’er, al-Houla, al-Rastan, Bab Houd e Jouret al-Shaiah.
 
Daraa: nella zona di Mahajja, oltre una decina di terroristi armati sono stati neutralizzati in scontri a fuoco con le forze di sicurezza siriane.

Tra i morti riconosciuti, sono compresi i terroristi ricercati Suleiman al-Hariri, Naser al-Hariri, Hasan al-Turshan, Abed al-Rahman al-Hariri, Yusuf al-Hariri e Hussein al-Halabi.
 

domenica 25 novembre 2012

Affiliazioni Sioniste

Un membro dell'opposizione settaria siriana, Mamoun al-Homsi, in fotografia con l'italo - israeliana Fiamma Nirenstein, deputata al Parlamento italiano. 
Questa contiguità ci fa riflettere su quali altre affiliazioni sioniste coltivi l'opposizione siriana all'estero. 
Per maggiori informazioni, vedere il sito http://www.thearabdigest.com/2012/02/mamoun-al-homsis-israel-connection.html 

venerdì 23 novembre 2012

LA NATO MUOVE I PRIMI PASSI CONTRO LA SIRIA

Non sembrano accennare a diminuire i toni del conflitto in Siria, dove ieri le milizie ribelli sono riuscite a centrare con alcuni colpi di mortaio il ministero dell’informazione di Damasco, sede inoltre del quotidiano ufficiale del partito di governo Ba’ath. Il bilancio diffuso dalle autorità locali non riporta fortunatamente vittime o feriti, ma soltan...
to danni materiali. L’azione dei gruppi armati legati alle opposizioni estere si fa sempre più violenta e incurante delle conseguenze sulla popolazione civile, ma la comunità internazionale anziché agire affinché si fermi lo spargimento di sangue e si raggiunga una soluzione pacifica della crisi, si sta preparando a gettare altra benzina sul fuoco. La Gran Bretagna, seguendo l’esempio di Francia, Italia, Turchia e delle monarchie del Golfo persico, ha riconosciuto ieri ufficialmente la nuova Coalizione delle opposizioni, fondata l’11 novembre scorso a Doha, come “unico rappresentante legittimo del popolo siriano” e ha invitato la neonata organizzazione a inviare a Londra un proprio rappresentante. A dare l’annuncio è stato il ministro degli Esteri britannico, William Hague, che solo due giorni fa aveva ipotizzato la creazione di una no-fly zone su alcune aree della Siria, come quella già imposta sulla Libia, e si era detto disposto a sostenere l’iniziativa promossa da alcuni Paesi europei e volta alla rimozione del blocco imposto dall’Ue sulle forniture di armi ai ribelli.
Contemporaneamente il suo omologo turco confermava le indiscrezioni secondo le quali il governo di Ankara si appresterebbe a schierare lungo il confine batterie di missili Patriot fornite dalla Nato. Ahmet Davutoglu parlando a margine di una riunione della Lega Araba ha infatti indicato che “un accordo è stato raggiunto con i Paesi che forniscono all’Alleanza Atlantica i Patriot” e che le trattative con l’organizzazione a riguardo sono ormai giunte alla fase finale.
I missili saranno concessi con molta probabilità dalla Germania, unico Paese Nato oltre a Stati Uniti e Olanda ad averli a disposizione al momento, che già lunedì scorso aveva dato la propria disponibilità a riguardo. Si tratta di ordigni di difesa antiaerea, ma che secondo il quotidiano locale Milliyet potrebbero essere utilizzati per creare una zona di esclusione di 60 chilometri all’interno del territorio siriano in appoggio ai ribelli sunniti. Ankara riuscirebbe così a dare vita a quelle “zone cuscinetto”, già paventate alcuni mesi fa, senza tuttavia mettere alcuno stivale oltre frontiera.
A quanto pare, dunque, l’Europa e l’Alleanza Atlantica hanno scelto la via del conflitto, seppur indiretto, smentendo così le molte e inutili parole dei leader occidentali negli ultimi mesi.
Un fatto che, come ha sottolineato sempre ieri il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, contribuisce ad acuire le divergenze sul conflitto in corso fra la Russia e gli Stati Uniti. Divergenze alla base dello stallo interno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La volontà interventista di Washington è infatti stata più volte arginata dai veti dei rappresentanti del Cremlino, fra i pochi ancora disposti a impegnarsi per giungere a una soluzione pacifica e negoziata della crisi in atto ormai da 18 mesi. In questo contesto le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha sottolineato come la “continua militarizzazione” della crisi potrebbe trasformare l’intera regione in un “campo di battaglia”, appaiono prive di ogni significato. Il numero uno del Palazzo di Vetro pur evidenziando uno sviluppo possibile, infatti, si è ben guardato dal nominare i veri responsabili di questa militarizzazione, limitandosi a lanciare un appello a favorire gli sforzi dell’inviato di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi, per una soluzione politica. Parole al vento pronunciate solo per dovere istituzionale.
 

giovedì 22 novembre 2012

Nuovo Attentato Terroristico

Damasco - Gruppi terroristici armati hanno lanciato colpi di mortaio sul quartiere “Abu Rummaneh” nel cuore di Damasco, uccidendo un cittadino e ferendo altre quattro.

mercoledì 21 novembre 2012

CI SI ASPETTAVA QUESTA DECISIONE

L'italia ha riconosciuto ufficialmente la nuova Coalizione dei gruppi mercenari , nata una settimana fa a Doha sotto l’egida di Qatar e Stati Uniti, come “legittimo rappresentante del popolo..

martedì 20 novembre 2012

Siria: Francia accoglie oppositore Makhous come nuovo 'ambasciatore' a Parigi

Parigi ha accelerato il proprio sostegno alla cosidetta opposizione siriana. Il governo francese ha conseganto ufficialmente l’edificio dell’ambasciata della Siria a Parigi alla Coalizione nazionale dell'opposizione siriana.
Nel mese di maggio la Francia aveva già espulso gli ambasciatori e altri diplomatici siriani dal proprio paese.
Sabato il Presidente della Francia François Hollande si è incontrato a Parigi con il capo della “Coalizione nazionale delle forze siriane d'opposizione” Moaz al-Khatib. Secondo i risultati dell'incontro, è stato dichiarato che la Francia è pronta ad accogliere l'ambasciatore dell'opposizione siriana come rappresentante del popolo siriano.
In seguito all’incontro al palazzo presidenziale francese il leader del Cns ha annunciato la nomina di Mounzir Makhous come ambasciatore di Damasco a Parigi.
La nomia di Makhous ha scatenato molte polemiche nel paese mediorientale. Il governo di Damasco ha definito un atto ''ostile'', la decisione della Francia di accogliere nei giorni scorsi il primo ''ambasciatore'' della nuova Coalizione siriana, la piattaforma di oppositori all'estero creata la settimana scorsa a Doha, in Qatar, aggiungendo che Makhous è infatti l’ambasciatore della Francia e non della Siria.
Damasco aveva gia' informato pure il "Qatar" che considera la sponsorizzazione del cosiddetto consiglio degli oppositori ad opera di Doha una dichiarazione di guerra.
Nel corso di una conferenza a Teheran sulla Siria che si è tenuta su iniziativa della Repubblica islamica, il ministro della riconciliazione nazionale di Damasco, Ali Heydar, ha affermato che la Francia si sta comportando ''come una nazione ostile''.
La nomina di Mounzir Makhous come nuovo ambasciatore della Siria in Francia non è altro che una scelta propagandistica fatta apposta dall’oppposizione siriana per dimostrare che il Cns comprende tutte le minoranze e le maggioranze etniche e religiose del paese; Makhous e' infatti un alawita, proprio come il presidente Assad.
Il nuovo ambasciatore siriano a Parigi, non residierà per il momento nella sede diplomatica ufficiale. Sarà il governo francese a fornire una nuova struttura adeguata.
La Francia è sinora l'unico Paese occidentale ad aver formalmente riconosciuto il gruppo come rappresentante del popolo siriano. Una conferma al fatto che Parigi sarebbe molto felice di avventurarsi, come fece in Libia, in una nuova e lucrosa guerra "umanitaria".

domenica 18 novembre 2012

Prosegue la caccia ai terroristi da parte dell’esercito a Damasco.

Le forze armate siriane stanno ripulendo la periferia di Damasco dalle sacche di mercenari e terroristi dell’FSA. Una grande operazione è stata effettuata nel quartiere meridionale di Tadamun, che da diversi mesi risulta essere la principale roccaforte dei ribelli nella capitale. Nei dintorni della città Harasta le forze speciali hanno ucciso il leader della brigata "Liwa al-Islam," membro dell'Esercito di Liberazione Siriano.

sabato 17 novembre 2012

Siria. In arrivo un bagno di sangue per la comunità alaouita

Un bagno di sangue si preparerebbe contro la comunità alaouita in Siria, una comunità alla quale appartiene il presidente siriano Bachar al Assad.
Nei combattimenti che oppongono i guerriglieri dell’esercito siriano libero ai soldati del regime, a essere attaccati dai ribelli sono sempre più i quartieri abitati da membri di questa comunità. I ribelli obbedirebbero alle direttive emanate dal Consiglio nazionale siriano.
Il Consiglio nazionale siriano è un’autorità politica di transizione creata dopo l’insorgere della guerra civile, ufficializzata il 2 ottobre 2011 a Istanbul, in Turchia.
Ha lo scopo di coordinare tutti gli oppositori al regime di Bachar al Assad, in Siria e in altri paesi.
Nel Consiglio, la maggioranza è detenuta dai Fratelli musulmani. Malgrado sia stato riconosciuto da diversi paesi della Comunità internazionale, il Consiglio nazionale siriano non ha l’appoggio militare sul terreno dei Caschi blù delle Nazioni Unite, a causa del veto di Russia e Cina al Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Stando a quanto riporta il sito dell’opposizione Syria Truth, l’ordine per gli attacchi è stato dato dal vice presidente del Consiglio nazionale siriano, responsabile della confraternita dei Fratelli musulmani, Farouk Tayfour, che attualmente risiede in Turchia.
Tayfour ha chiesto in particolare a due brigate, Ansar al-Islam e Ahrar Hourane, di colpire i quartieri abitati dagli alaouiti.
“I giorni e le settimane che verranno vedranno bagni di sangue senza precedenti, con autobombe, bombardamenti e esecuzioni sommarie – ha indicato una fonte vicina ai Fratelli musulmani e riportata da Syria Truth.
Una fazione del Consiglio nazionale siriano, quella che raggruppa i nazionalisti liberali, ha già pubblicato un comunicato che dichiara guerra “alle colonie nassirite”, un’allusione ai quartieri degli alaouiti, segnalando che l’autobomba che è di recente scoppiata in uno di questi quartieri era stata depositata dai “battaglioni sunniti”.
Il testo segnala che si è trattato del primo attacco di questo genere e che sarà seguito da altri attentati per “liberare la Siria dall’occupazione iraniana sciita e dalla banda nassirita al potere.”
Secondo Syria Truth, il primo a proporre l’attacco sistematico agli alaouiti è stato l’oppositore Farid al-Ghadiri.
Siriano naturalizzazo americano, già nel 2007 al-Ghadiri aveva incontrato in Palestina dirigenti israeliani con i quali aveva intavolato discussioni per “rovesciare il regime di Damasco e instaurare la pace con Israele.”

venerdì 16 novembre 2012

Siria. Fuga in avanti di Hollande. Riconosciuta l’opposizione all’estero

Hollande, come il suo predecessore Sarkozy, non si discosta dalla linea bellicista in salsa francese inaugurata con le bombe sulla Libia.
Nella serata di martedì ha ufficialmente riconosciuto la nuova Coalizione nazionale siriana come “solo rappresentante del popolo siriano e come futuro governo provvisorio di una Siria democratica, consentendo di porre fine al regime di Bashar Assad”, aprendo inoltre alle forniture ufficiali di armi ai “ribelli” (finora effettuate solo clandestinamente). La questione del rifornimento di armamenti “dovrà ora essere necessariamente riconsiderata non solo dalla Francia ma da tutti i Paesi che hanno riconosciuto questo governo”, ha infatti detto il presidente francese. Socialisti e conservatori – e non solo francesi - uniti nelle modalità e nell’arroganza, anche se solo da Parigi e dalle petro-morachie del Golfo (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Barhein e Oman) è giunto il riconoscimento dell’opposizione nata domenica a Doha quale “unico” interlocutore. La stessa Lega Araba, infatti, ha definito la nuova formazione solo come “unico rappresentante delle opposizioni”, attraversate da rivalità e spaccature. E anche Washington, che si era spesa per arrivare a questo nuovo “comando unificato” degli oppositori siriani all’estero, per ora ha indicato la coalizione come “legittima rappresentante del popolo siriano”, ma senza arrivare ancora a riconoscerla come un futuro governo provvisorio.
Ieri il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha definito “un buon inizio” la nuova coalizione aggiungendo che “quando l’opposizione siriana adotterà tali misure e dimostrerà la sua efficacia nel portare avanti la causa di una Siria unita, democratica e pluralista, allora saremo pronti a collaborare per fornire assistenza al popolo siriano”. La Clinton ha poi affermato che gli Usa stanzieranno altri 30 milioni di dollari per gli aiuti umanitari ai siriani. Una prima risposta alle richieste di questa nuova Coalizione nazionale siriana dell’opposizione, che per mezzo di un suo rappresentante, tale Ahmed Ramadan, ieri ha lamentato il fatto che finora “il Cns ha ricevuto solo 40 milioni di dollari”. Non sono nemmeno soddisfatti delle generiche aperture nei loro confronti, questi oppositori con sede all’estero. Vogliono soprattutto armi, e vista la fuga in avanti di Hollande sperano probabilmente che a breve verrà intrapresa una campagna militare come quella che ha portato alla caduta di Muhammar Gheddafi. La differenza, oggi, è però che Russia e Cina non pare abbiano intenzione, come invece fatto incautamente nel caso della Libia, di concedere nessuno spazio alla possibilità di un intervento armato internazionale contro Damasco. Resta la feroce pressione che arriva dalla Turchia, che da settimane cerca di alzare la tensione al confine con la Siria, probabilmente nella speranza che un suo attacco possa portare gli alleati Nato a intervenire anche senza alcun avallo Onu. Il ministro della Difesa di Ankara, Ismet Yilmaz, ha ribadito ieri che le forze armate turche risponderanno ad ogni violazione dello spazio aereo da parte di velivoli siriani.
L’agenzia di stampa Anadolu ha reso note le parole del ministro: “Le regole d’ingaggio stabilite dal primo ministro sono ancora valide. Una risposta adeguata sarà data ad ogni aereo o elicottero siriano che violerà il nostro spazio aereo”. Un commento alla presunta violazione dello spazio aereo turco da parte di alcuni elicotteri siriani. Damasco, accerchiata, contrattacca denunciando - per quanto possibile vista l’indifferenza dei media mainstream – la posizione della Francia come “immorale”. “Permettetemi di utilizzare questa parola - ha dichiarato ieri il vice ministro degli Esteri siriano, Faysal Meqdad, in una intervista all’Afp - è una posizione immorale, perché autorizza l’omicidio dei siriani. Sostiene gli assassini, i terroristi e incoraggia la distruzione della Siria”. La riunione di Doha, ha ancora denunciato Meqdad “è stata una dichiarazione di guerra: questa gente non vuole risolvere la questione pacificamente attraverso il meccanismo dell’Onu”. Un dato confermato dalla stessa Coalizione, che sempre attraverso Ahmed Ramadan ha criticato il riconoscimento “non esclusivo” del gruppo dissidente fatto dalla Lega Araba, affermando che “la cosa più pericolosa è che il decreto di riconoscimento (della Lega, ndr) è stato legato all’attività dell’inviato dell’Onu, Lakhdar Brahimi”.
Intanto il Giappone ospiterà il 30 novembre il quinto summit internazionale degli “Amici del popolo siriano” al quale sono attesi 150 delegati in rappresentanza di una sessantina di Paesi, con lo scopo di trovare ed esercitare nuovi strumenti di pressione sul presidente Bashar al Assad. Una riunione “allineata”. Lo stesso non si può dire del vertice che si svolgerà a Teheran la prossima settimana, al quale parteciperanno i rappresentanti dei vari gruppi etnici, dei partiti politici, delle minoranze e dell’opposizione siriana interna, oltre ad esponenti del governo siriano. Riunione che verrà boicottata dalla Coalizione e dai loro alleati internazionali. Anche in questo atteggiamento si ritrovano le tracce di quel che è già accaduto per la Libia: i tentativi dell’Unione africana di porsi come mediatore nella crisi libica vennero vergognosamente snobbati dalla comunità internazionale. Avevano già deciso. I vincitori a tavolino aspettavano solo di essere incoronati nuovi padroni della Libia. Dove si cerca il vero dialogo non c’è posto per queste opposizioni cresciute e pasciute all’estero.

giovedì 15 novembre 2012

FIRMA LA PETIZIONE


Al Presidente del Senato

Renato Schifani

Al Presidente della Camera dei deputati

Gianfranco Fini

Al Presidente del Consiglio

Mario Monti

Al Ministro degli Affari Esteri

Giulio Terzi di Sant’Agata

 

PETIZIONE POPOLARE NAZIONALE IN SOSTEGNO DEL POPOLO

E DEL LEGITTIMO GOVERNO DELLA REPUBBLICA ARABA DI SIRIA.

 

Noi sottoscritti cittadini e cittadine italiani richiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri, sig. Mario Monti, la riconsiderazione del ruolo dello Stato italiano nella questione della crisi politica in Siria. Le modalità con cui, nel corso di questi mesi, la Repubblica Araba di Siria e il suo legittimo presidente sig. Bashār al-Assad sono state fatte oggetto di condanna, da parte dell'ONU e degli altri organismi politici internazionali, sono da noi considerate contrarie ad ogni principio di sovranità nazionale. Come testimoniato, infatti, dalla vittoria conclamata del Ba'th (il partito del presidente di Bashar Assad) nelle recenti elezioni legislative, che hanno inoltre registrato un'elevatissima affluenza alle urne, il popolo siriano ha ribadito con il voto il suo totale appoggio al governo del Fronte di Unità Nazionale, di cui il Ba'th è la principale formazione politica. Un attaccamento, questo, ribadito con forza anche dalla Comunità Siriana in Italia tramite diverse manifestazioni organizzate in varie città italiane.

In stretto rapporto con questo discorso non possiamo che condannare il linciaggio mediatico a cui il legittimo governo di Siria è stato sottoposto nel corso di questi mesi. E' una macchina del fango che distorce la verità, da un lato sulle reali condizioni del popolo siriano, dall'altro sulla situazione politica e geopolitica del vicino-medio-oriente, che in questo momento è scosso anche da moti popolari (come per esempio quelli in Barhain) ignorati dai media e dalla classe politica.

Ultimo ma non meno importante punto è quello che riguarda la nostra sovranità politica e militare, rispetto ai voleri di grandi potenze europee e non, come per esempio l'Inghilterra, la Francia, gli Stati Uniti. Secondo noi non è più accettabile che l'Italia, in nome di accordi presi con altri stati o con organizzazioni sovranazionali, debba puntualmente rinunciare ai propri interessi strategici (a volte anche pre-esistenti, come, ad esempio, i rapporti energetici tra Italia e Libia prima della guerra) in determinate zone dello scacchiere politico arabo. Nel caso specifico, la Siria, che per relazioni storiche con l’Italia e posizione geografica e per caratteristiche morfologiche e geologiche del suo territorio, si presenta come uno dei paesi più importanti, dal punto di vista strategico, di tutto il vicino oriente. Consapevoli di questo ruolo, nel corso degli ultimi dieci anni i vari governi hanno lavorato affinché i rapporti commerciali tra Siria e Italia potessero essere sempre più saldi: I Vari accordi presi a cavallo tra il duemiladue e il duemilasette tra l'Italia e la Siria si sono rivelati cruciali per incentivare gli investimenti italiani in Siria e favorire la cooperazione commerciale e finanziaria tra i due paesi. Tutto ciò ha portato l'Italia a diventare, dopo la Germania, il secondo partner commerciale della Siria. Dal punto di vista politico, finanziario e commerciale quindi, una ipotetica partecipazione dell'Italia a missioni belliche contro la Repubblica Araba di Siria si rivelerebbe a dir poco devastante per il prestigio e l'indipendenza commerciale del paese. Sempre riguardo ad un possibile intervento bellico, è inutile ricordare quanto peserebbe, in un eventuale intervento militare i costi della spesa bellica. In tempi di sacrifici per il popolo, sembra incoerente andare a incrementare una voce di spesa che già ora, a causa dei molti contingenti italiani dislocati sui più diversi fronti (uno su tutti quello d'istanza in Libano, in funzione della missione UNIFIL), può essere considerato notevolissimo.

Per questi motivi, noi chiediamo la concessione di una petizione nazionale che abbia come oggetto questi tre punti:

1) Immediato ripristino delle relazioni diplomatiche con la Repubblica Araba di Siria.

2) Abolizione di qualsiasi tipo di embargo sui beni civili destinati alla Siria.

3) Esclusione di qualsiasi tipo di utilizzo, presente e futuro, di truppe italiane (già presenti in zona per la succitata missione UNIFIL in Libano) in operazioni di interposizione o belliche, dirette e indirette o anche di supporto logistico alle forze ribelli e terroristiche eterodirette.

 

 

 


 

Per firmare la petizione inviare una mail all'indirizzo comitatoitaliasiria@gmail.com e richiedere il modulo per le firme.

martedì 13 novembre 2012

Siria. Assad su Erdoğan: “Si crede un califfo”

È sempre più scontro aperto fra Turchia e Siria, dopo che ieri lo stesso presidente arabo Bashar al Assad, nel corso di un'intervista all'emittente televisiva Russa Today, ha puntato il dito direttamente contro il primo ministro di Ankara e il suo governo.
"Erdoğan di sé pensa di essere il nuovo sultano dell'Impero Ottomano e di poter controllare la regione come avveniva appunto durante l'Impero, ma sotto un nuovo ombrello. Dentro di sé si sente un califfo", ha affermato il capo di Stato siriano, sottolienando che i rapporti fra i due Paesi negli ultimi mesi sono passati da "zero problemi a zero amicizia".
"La Turchia appoggia il traffico di armi e di terroristi più di qualsiasi altro Stato – ha proseguito poi il presidente del Paese arabo - e i miei nemici sono proprio i terroristi. L'Occidente si crea sempre nemici. In passato era il comunismo, poi l'Islam, dopo ancora toccò a Saddam Hussein, per altre ragioni. E adesso gli occidentali vogliono un nemico nuovo, rappresentato da Bashar al Assad". Il numero uno di Damasco ha infine concluso sottolineando come il primo ministro turco stia favorendo una salita al potere dei Fratelli Musulmani in diversi Paesi della regione allo scopo di garantire "il proprio futuro politico", ma ha anche ribadito che solo le urne potranno decidere il suo destino e quello della Siria. Parole che arrivano all'indomani di un'altra intervista, nella quale il presidente siriano ha rivelato di essere disposto a rimanere in nel Paese a costo della sua stessa vita, rifiutando così il salvacondotto ipotizzato dalla Gran Bretagna. Un'affermazione che a quanto pare hanno preso sul serio anche i ribelli del Libero esercito siriano, braccio armato delle opposizioni estere del Cns, che hanno sede non a caso a Istanbul, i quali hanno affermato che al Assad subirà la stessa sorte di Gheddafi.
"Non posso credere che Bashar non abbia imparato la lezione dalla fine che ha fatto Gheddafi. Gheddafi è stato sconfitto dalla sua stessa arroganza e dalla sua negazione della rivoluzione libica.
Non l'ha vista fino a quando non l'ha accerchiato e ucciso", ha dichiarato il responsabile del consiglio militare che guida il Libero esercito siriano (Les), Mustafa Sheikh, guardandosi bene dal ricordare che anche in quella specifica occasione l'intervento aereo dei caccia della Nato fu fondamentale. Lo stesso Sheikh ha poi parlato dell'intenzione del governo londinese di dialogare con i gruppi ribelli, manifestata nei giorni scorsi dal ministro degli Esteri britannico William Hague, rivelando inoltre che tale dialogo dovrebbe avere come oggetto la fornitura di armi.
"Sappiamo che la Gran Bretagna ha intenzione di dialogare con i ribelli siriani riguardo gli armamenti – ha detto il responsabile del Consiglio militare del Les - ma non è ancora successo niente". Il legame fra le milizie armate e i Paesi occidentali è ben noto, ma davvero non ci si aspettava che i primi si preoccupassero di inviare direttamente un messaggio al loro principale finanziatore nel bel mezzo di una guerra. Un messaggio dedicato al rieletto presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è infatti apparso per le strade di Kafranbel, località situata nella provincia di Idlib, "Obama hai distrutto l'immagine dell'America. Ora prova a recuperarla in Siria".
Un messaggio che invoca in sintesi un maggiore coinvolgimento nel conflitto degli Stati Uniti, che in ogni caso dall'aprile 2011 ad oggi hanno provveduto a fornire alle milizie ribelli, soldi equipaggiamento e addestramento.
 

domenica 11 novembre 2012

Qatar: 2 anni di petrolio gratis per Israele se riesce ad uccidere Bashar Assad

BEIRUT - In un incontro avvenuto di recente nei territori occupati della Palestina, le autorita' di Israele e Qatar hanno esaminato il piano per uccidere il presidente siriano, Bashar al-Assad.
Lo scrive il giornale libanese ad-Dyar, aggiungendo che alla riunione hanno preso parte il premier del Qatar, Hamad bin Jasem al-Thani e Tamir Pardo, capo del Mossad, il servizio segreto israeliano.
Secondo le indiscrezioni rese note dal quotidiano libanese, il Qatar avrebbe promesso ad Israele due anni di combustibile gratis, una ingente somma di soldi, quindi, qualora il Mossad riesca ad assassinare il legittimo capo del governo della Siria.

sabato 10 novembre 2012

Nuova Vittoria

SANA - Una unità delle Forze Armate ha ucciso tutti i membri di un gruppo armato terroristico che ha attaccato i cittadini e commesso atti vandalici contro proprietà pubbliche e private nel quartiere al-Seil Harasta in Dama
I terroristi M...
ohammad Adnan al-Kurdi e Mehi Eddin del cosiddetto battaglione "Saif al-Islam" sono stati individuati tra i morti, così come anche il terrorista Abdullah al-Dub, leader del gruppo "Shabab al-Huda in Liwaa al-Islam".

venerdì 9 novembre 2012

Siria: Assad, voglio vivere e morire nel paese

(ANSA) - DAMASCO, 8 NOV - ''Voglio vivere e morire in Siria''. Lo ha detto il presidente siriano Bashar al Assad in un'intervista ad una tv russa. ''Non sono un burattino'', ''sono siriano e quindi devo vivere e morire'' nel paese, ha spiegato mettendo anche in guardia contro un intervento straniero che ''avrebbe ripercussioni mondiali''.

giovedì 8 novembre 2012

Siria: ecco la 'no-fly zone', il primo atto 'pacifico' di Obama, missili Patriot in Turchia e Giordania

ANKARA – Il governo turco ha informato di una richiesta imminente da avanzare alla Nato circa la consegna di missili Patriot da posizionare lungo il confine con la Siria.
Secondo il quotidiano turco Milliyet, lo ha informato un responsabile del Ministero degli Esteri di Ankara che ha parlato a condizione di anonimato; il responsabile ha spiegato che i missili serviranno a prevenire ciò che la Turchia percepisce come "una minaccia militare potenziale proveniente dalla Siria". Sempre Milliyet ha riferito che la richiesta sarebbe l'inizio del progetto congiunto di Stati Uniti e Turchia per indire una zona di "non-sorvolo" nel nord del paese. Secondo il quotidiano turco gli Stati Uniti starebbero velocemente posizionando i missili Patriot anche al confine tra Siria e Giordania. I missili Patriot sono missili anti-aerei avanzati realizzati dalle compagnìe Raytheon in Massachusetts e dalla Lockheed Martin Missiles and Fire Control in Florida; sarebbe interessante vedere se le due compagnìe sono state o meno tra i "donatori" della campagna elettorale di Obama.
 

mercoledì 7 novembre 2012

Un silenzio inaccettabile sugli attentati di Damasco e Hama

Silenzio. È questo l’unico commento della comunità internazionale, occidentale e non, all’ennesima serie di attentati che ieri ha sconvolto la Siria. Il primo si è verificato ad Hama, dove un kamikaze a bordo di un’auto si è fatto saltare in aria nei pressi di un checkpoint dell’esercito, uccidendo almeno 50 soldati e provocando un imprecisato numero di feriti.
Secondo quanto riferito dallo stesso Rami Abdel Rahman. capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong vicina all’opposizione con sede a Londra, l’attacco sarebbe stato compiuto da un membro del gruppo jihadista al Nusra, già responsabile di alcuni atti simili in passato. Il secondo attentato ha invece colpito il quartiere di Mazzeh, situato nella zona occidentale di Damasco facendo 11 vittime, tra le quali alcuni bambini, e circa 30 feriti. Anche in questo caso la notizia è stata confermata da entrambe le parti in conflitto, ma è stato sempre l’Osservatorio londinese a riferire la rivendicazione di un altro gruppo estremista, il Seif al Sham. “La nostra operazione costituisce una risposta alle azioni selvagge del regime”, si legge nella nota ricevuta dall’ong britannica, nella quale il gruppo spiega inoltre di aver voluto colpire un punto di ritrovo abituale per soldati e poliziotti. Su quest’ultima rivendicazione sussistono tuttavia alcuni dubbi, la paternità dell’attentato è infatti stata reclamata anche da una delle brigate appartenenti al Libero esercito siriano, braccio armato delle opposizioni estere riunite nel Cns di Istanbul, attraverso uno dei tanti portali web dei dissidenti che diffondono informazioni sul conflitto in corso.
Quello che stupisce, seppur fino a un certo punto, è comunque il silenzio dell’Europa e degli Stati Uniti di fronte atti di terrorismo compiuti da gruppi estremisti, almeno apparentemente slegati dalle strategie delle milizie ribelli, finanziate invece proprio dall’Occidente. Un silenzio che la dice lunga sulle reali intenzioni “democratiche” di Washington e dei suoi alleati, che proprio in questi giorni hanno invitato il Cns ad aprire le porte ad altre formazioni di opposizione così da rinforzare un fronte che si sta dimostrando sempre più debole e frammentato.
“Quei Paesi che hanno influenza sulle milizie dovrebbero incoraggiarli a sedersi al tavolo dei negoziati. Alcuni invece preferiscono riunire i gruppi ribelli non con l’obiettivo di una trattativa, ma della prosecuzione dei combattimenti”, ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, commentando proprio la recente decisione del fronte delle opposizioni estere di accogliere la richiesta di adesione di altri 13 gruppi, ma di rifiutare al tempo stesso ogni tipo di trattativa con il governo di Damasco. Quella in atto in Siria è ormai molto più di una guerra civile, i fronti del conflitto sono ben più ampi di quelli che si è soliti considerare ed è grave vedere come molti Paesi europei si siano schierati al fianco di estremisti e terroristi, andando anche contro i propri interessi, pur di soddisfare le richieste della Casa Bianca.

martedì 6 novembre 2012

CONTINUANO I SUCCESSI DELLE FORZE ARMATE SIRIANE OVUNQUE ~ MERCENARI ELIMINATI, FERITI, ARRESTATI.

Pesanti perdite inflitte ai terroristi in Idleb, leader del gruppo terrorista ucciso
Unità delle nostre forze armate domenica sera si sono scontrate con terroristi che stavano perpetrando saccheggi e atti di sabotaggio in Maaret al-Nu'man, in Idleb, sequestrando una gran quantità di armi in loro...
possesso.

Lo scontro ha provocato il ferimento e l'uccisione di un notevole numero di terroristi, tra cui il leader di uno di questi gruppi terroristici, soprannominato Sheikh Ahmed.
 
Le Forze Armate siriane hanno inflitto pesanti perdite ai terroristi in Deir Ezzor
Unità delle forze armate siriane hanno continuato lunedì la bonifica di gruppi terroristici infiltrati in Deir Ezzor.

 
Una unità delle forze armate siriane si è scontrata con due gruppi armati terroristici nei quartieri di al-Jibaileh e al-Muwazafin uccidendo e ferendo negli scontri a fuoco molti terroristi.

I terroristi/mercenari Abdul-Karim Mohammad Yassin e Rakan al-Zaghir sono stati individuati e riconosciuti tra i criminali armati trovati morti nei due quartieri.

In al-Mayadin, un'unità delle forze armate ha effettuato un'operazione d'alta professionalità militare, provocando gravi perdite tra le fila dei terroristi.
 
In Aleppo invece, le unità delle nostre forze armate siriane hanno sventato i tentativi dei gruppi terroristici di entrare in Aleppo attraverso i quartieri periferici di Kafar Hamra e Al Lirmon.
I membri dei gruppi terroristici sono stati affrontati in scontri a fuoco dalle forze regolari dell'esercito siriano: molti i terroristi morti e feriti, tutti gli altri disarmati e arrestati.
 
(Siria Tg24)
 
 
 




lunedì 5 novembre 2012

FESTA DELL'AMICIZIA ITALO-SIRIANA

ROMA - La comunità militante Sempre Domani e l’Associazione Culturale Zenit hanno organizzato per il 10 novembre 2012 la festa dell’amicizia italo-siriana, grazie alle preziose collaborazioni di Rinascita Onlus, del Comitato Italia-Siria e del centro italo-arabo Assadakah sarà possibile raccogliere fondi destinati all’acquisto di medicinali oncologici da inviare agli ospedali in Siria, un gesto co...
ncreto e solidale con il popolo siriano in questi mesi sotto l’attacco terroristico internazionale e vittima dell’embargo occidentale. Durante l’evento sarà presentata una mostra fotografica, saranno proiettati video e sarà organizzata una cena italo-siriana. L’appuntamento è a ROMA alle 19 presso lo Spazio Libero Tenaglia in Via Assisi 140
 
 

 

domenica 4 novembre 2012

MASSIMA ALLERTA, CONFINE SIRO-ISRAELIANO

Tre carri armati siriani sono entrati nella zona smilitarizzata sulle alture del Golan (il territorio siriano occupato dall’Israele dal 1967) che inseguivano un gruppo di terroristi.



Quotidiano libanese @Assafir

sabato 3 novembre 2012

FINALMENTE: AMNESTY INTERNATIONAL ACCUSA I RIBELLI SIRIANI DI CRIMINI DI GUERRA

I ribelli siriani nella provincia di Idlib nel nord della Siria senza essere processati, fucilavano soldati prigionieri dell'esercito governativo, ha comunicato il vice direttore del programma del Medio Oriente e dell'Africa del Nord dell'organizzazione “ Amnesty International ” Ann Harrison.


Secondo il rappresentante di “ Amnesty International”, i nemici armati del governo siriano ignorano le norme del diritto umano internazionale. I difensori dei diritti umani non sono ancora riusciti a capire a quale dei gruppi ribelli appartengono i guerriglieri che torturano e fucilano i prigionieri militari.

venerdì 2 novembre 2012

UFFICIALE SIRIANO RIENTRATO NEI RANGHI CONFESSA: IL GOVERNO TURCO FACILITA CONTRABBANDO ARMI IN SIRIA.

DAMASCO 30/10/2012 – Il tenente Hussein Khalifa, uno degli ufficiali che avevano disertato dal proprio posto al Ministero degli Interni, è tornato sui suoi passi, sulla giusta via, dicendo che aveva deciso di tornare a casa, dopo essere fuggito in Turchia, perché si sentiva in colpa e provava v...
ergogna dopo aver attraversato i confini, riconoscendo che non c’è dignità senza patria.

“Il governo di Recep Tayyib Erdoan sta offrendo sostegno con armi e denaro ai gruppi armati terroristici al fine di infiltrarsi in Siria e perpetrare massacri contro il popolo siriano”, ha aggiunto Khalifa in un’intervista alla trasmissione televisiva siriana di martedì.

Il tenente Khalifa lavorava nella regione di al-Thawra, affiliata alla direzione di polizia di al-Rakka, quando durante il ramadan è stato informato che un’aggressione da parte di gruppi armati terroristici era in corso contro la stazione di polizia della cittadina di Afnan Dabsa, e che insieme ai suoi colleghi avrebbe dovuto sostenere la stazione di polizia.


“Quando arrivammo alla stazione di polizia, scoprimmo che il generale di brigata, Adib al-Shalaf, responsabile della cittá di al-Thawara, che mi aveva detto di andare lì per dare sostegno, stava complottando e collaborando con i terroristi per lasciare il paese verso la Turchia e che non vi era nessun attacco contro la stazione di polizia”, ha detto Khalifa.

Egli ha aggiunto che in Turchia risiedevano in una zona che dista 20 km da Antiochia, dicendo che i concetti in cui credono i gruppi armati terroristici sono takfiri (apostati e impuri) e dipendono dalle fatwa che provengono dai paesi del Golfo.
 
“Gli ordini a questi gruppi vengono dati dal Consiglio di Istanbul .. ed il loro obiettivo non é solo quello di rovesciare il regime, ma di prendere il controllo sulla nazione siriana con il loro esercito”, ha specificato Khalifa.

Hussein Khalifa ha proseguitoa dicendo che i siriani nei campi profughi turchi soffrono umiliazioni, vergogna, aggiungendo che in Turchia essi sono trattati in modo inumano e che vengono ostracizzati.

“Pressioni psicologiche e guerra di disinformazione venivano praticate sugli ufficiali che avevano disertato in Turchia, per spaventarli ed impedire loro di tornare in Siria”, ha detto il tenente Khalifa.

Hussein Khalifa ha aggiunto che mentre era in Turchia egli soffriva di un conflitto interiore, a causa del senso di colpa, così decise di tornare in Siria, perché non c’è futuro per chi vive lì.
 
 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...