Renato Schifani
Al Presidente della Camera dei deputati
Gianfranco Fini
Al Presidente del Consiglio
Mario Monti
Al Ministro degli Affari Esteri
Giulio Terzi di Sant’Agata
PETIZIONE POPOLARE NAZIONALE IN
SOSTEGNO DEL POPOLO
E DEL LEGITTIMO GOVERNO DELLA
REPUBBLICA ARABA DI SIRIA.
Noi sottoscritti cittadini e
cittadine italiani richiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri, sig.
Mario Monti, la riconsiderazione del ruolo dello Stato italiano nella questione
della crisi politica in Siria. Le modalità con cui, nel corso di questi mesi,
la Repubblica Araba di Siria e il suo legittimo presidente sig. Bashār al-Assad
sono state fatte oggetto di condanna, da parte dell'ONU e degli altri organismi
politici internazionali, sono da noi considerate contrarie ad ogni principio di
sovranità nazionale. Come testimoniato, infatti, dalla vittoria conclamata del
Ba'th (il partito del presidente di Bashar Assad) nelle recenti elezioni
legislative, che hanno inoltre registrato un'elevatissima affluenza alle urne,
il popolo siriano ha ribadito con il voto il suo totale appoggio al governo del
Fronte di Unità Nazionale, di cui il Ba'th è la principale formazione politica.
Un attaccamento, questo, ribadito con forza anche dalla Comunità Siriana in
Italia tramite diverse manifestazioni organizzate in varie città italiane.
In stretto rapporto con questo
discorso non possiamo che condannare il linciaggio mediatico a cui il legittimo
governo di Siria è stato sottoposto nel corso di questi mesi. E' una macchina
del fango che distorce la verità, da un lato sulle reali condizioni del popolo
siriano, dall'altro sulla situazione politica e geopolitica del
vicino-medio-oriente, che in questo momento è scosso anche da moti popolari
(come per esempio quelli in Barhain) ignorati dai media e dalla classe
politica.
Ultimo ma non meno importante
punto è quello che riguarda la nostra sovranità politica e militare, rispetto
ai voleri di grandi potenze europee e non, come per esempio l'Inghilterra, la
Francia, gli Stati Uniti. Secondo noi non è più accettabile che l'Italia, in
nome di accordi presi con altri stati o con organizzazioni sovranazionali,
debba puntualmente rinunciare ai propri interessi strategici (a volte anche
pre-esistenti, come, ad esempio, i rapporti energetici tra Italia e Libia prima
della guerra) in determinate zone dello scacchiere politico arabo. Nel caso
specifico, la Siria, che per relazioni storiche con l’Italia e posizione geografica
e per caratteristiche morfologiche e geologiche del suo territorio, si presenta
come uno dei paesi più importanti, dal punto di vista strategico, di tutto il
vicino oriente. Consapevoli di questo ruolo, nel corso degli ultimi dieci anni
i vari governi hanno lavorato affinché i rapporti commerciali tra Siria e
Italia potessero essere sempre più saldi: I Vari accordi presi a cavallo tra il
duemiladue e il duemilasette tra l'Italia e la Siria si sono rivelati cruciali
per incentivare gli investimenti italiani in Siria e favorire la cooperazione
commerciale e finanziaria tra i due paesi. Tutto ciò ha portato l'Italia a
diventare, dopo la Germania, il secondo partner commerciale della Siria. Dal
punto di vista politico, finanziario e commerciale quindi, una ipotetica
partecipazione dell'Italia a missioni belliche contro la Repubblica Araba di
Siria si rivelerebbe a dir poco devastante per il prestigio e l'indipendenza
commerciale del paese. Sempre riguardo ad un possibile intervento bellico, è
inutile ricordare quanto peserebbe, in un eventuale intervento militare i costi
della spesa bellica. In tempi di sacrifici per il popolo, sembra incoerente
andare a incrementare una voce di spesa che già ora, a causa dei molti
contingenti italiani dislocati sui più diversi fronti (uno su tutti quello
d'istanza in Libano, in funzione della missione UNIFIL), può essere considerato
notevolissimo.
Per questi motivi, noi chiediamo la concessione di una
petizione nazionale che abbia come oggetto questi tre punti:
1) Immediato ripristino delle relazioni diplomatiche con la
Repubblica Araba di Siria.
2) Abolizione di qualsiasi tipo di embargo sui beni civili
destinati alla Siria.
3) Esclusione di qualsiasi tipo di utilizzo, presente e
futuro, di truppe italiane (già presenti in zona per la succitata missione
UNIFIL in Libano) in operazioni di interposizione o belliche, dirette e
indirette o anche di supporto logistico alle forze ribelli e terroristiche
eterodirette.
Per firmare la petizione inviare una mail all'indirizzo comitatoitaliasiria@gmail.com e richiedere il modulo per le firme.
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