vo all’orribile attentato terroristico avvenuto ieri a Jaramana, che ha causato 56 morti e circa 100 feriti.
Che Dio abbia in gloria le anime di queste vittime innocenti, che Dio protegga la Siria e il Suo popolo forte e valoroso.
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Ieri mattina, mercoledì 28 novembre 2012, nella piazza principale di Jaramana, nella periferia di Damasco, due terroristi kamikaze hanno fatto esplodere due autobombe cariche di esplosivi. Le violentissime deflagrazioni, avvenute in simultanea, hanno causato 56morti e circa 100 feriti, tutti civili residenti nell’area colpita, oltre a ingenti danni materiali agli edifici, agli esercizi commerciali e alle autovetture parcheggiate nel luogo degli scoppi.
Contemporaneamente alle due esplosioni, sono esplosi due ordigni nei quartieri di Nahda e Qariyat, siti sempre a Jaramana, che hanno causato molti danni materiali.
Il Ministro dell’Insegnamento Superiore della Repubblica Araba Siriana, Dott. Mohammad Yahya Maalla, che si è recato in visita dei feriti all’ospedale “Muasah”, ha dichiarato che la catena di violente esplosioni è un lavoro terrorista, aggiungendo che il terrorismo non ha confini, né patria, né religione, e che il suo obiettivo è causare il maggior numero di danni possibili alle infrastrutture e all’essere umano, sottolineando che le esplosioni a tempo sono state intenzionalmente volute per riuscire ad uccidere il maggior numero di cittadini.
Il ministro ha infine affermato che si è trattata di un’azione crudele, ignobile, disumana, per la quale non si trovano parole.
Il prefetto della periferia di Damasco, Ing. Hussein Makhlouf, ha descritto le esplosioni terroristiche di Jaramana come il peggiore dei crimini, in quanto hanno preso di mira cittadini innocenti mentre si stavano recando al lavoro, a scuola, all’università, ed affermando che chi ha compiuto un simile atto, si è approfittato dell’animo buono dei siriani nel prestare immediato soccorso ai feriti coinvolti e nell’aiutare gli altri, mediante due esplosioni a in rapida successione, mirando quindi alla gente che, corsa numerosa, prestava assistenza ai feriti, per riuscire a riportare il maggior numero di vittime possibile.
Il prefetto ha aggiunto che la cruenta azione terroristica, frutto dell’odio che i gruppi terroristi provano per Jaramana, è diametralmente opposta allo spirito pacifico e tollerante della città, che rinnega qualsivoglia forma di estremismo e cospirazione, e riflette l’immagine pura e autentica della famiglia siriana allargata che accoglie al suo interno tutte le confessioni religiose e le appartenenze sociali.
Che Dio abbia in gloria le anime di queste vittime innocenti, che Dio protegga la Siria e il Suo popolo forte e valoroso.
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Ieri mattina, mercoledì 28 novembre 2012, nella piazza principale di Jaramana, nella periferia di Damasco, due terroristi kamikaze hanno fatto esplodere due autobombe cariche di esplosivi. Le violentissime deflagrazioni, avvenute in simultanea, hanno causato 56morti e circa 100 feriti, tutti civili residenti nell’area colpita, oltre a ingenti danni materiali agli edifici, agli esercizi commerciali e alle autovetture parcheggiate nel luogo degli scoppi.
Contemporaneamente alle due esplosioni, sono esplosi due ordigni nei quartieri di Nahda e Qariyat, siti sempre a Jaramana, che hanno causato molti danni materiali.
Il Ministro dell’Insegnamento Superiore della Repubblica Araba Siriana, Dott. Mohammad Yahya Maalla, che si è recato in visita dei feriti all’ospedale “Muasah”, ha dichiarato che la catena di violente esplosioni è un lavoro terrorista, aggiungendo che il terrorismo non ha confini, né patria, né religione, e che il suo obiettivo è causare il maggior numero di danni possibili alle infrastrutture e all’essere umano, sottolineando che le esplosioni a tempo sono state intenzionalmente volute per riuscire ad uccidere il maggior numero di cittadini.
Il ministro ha infine affermato che si è trattata di un’azione crudele, ignobile, disumana, per la quale non si trovano parole.
Il prefetto della periferia di Damasco, Ing. Hussein Makhlouf, ha descritto le esplosioni terroristiche di Jaramana come il peggiore dei crimini, in quanto hanno preso di mira cittadini innocenti mentre si stavano recando al lavoro, a scuola, all’università, ed affermando che chi ha compiuto un simile atto, si è approfittato dell’animo buono dei siriani nel prestare immediato soccorso ai feriti coinvolti e nell’aiutare gli altri, mediante due esplosioni a in rapida successione, mirando quindi alla gente che, corsa numerosa, prestava assistenza ai feriti, per riuscire a riportare il maggior numero di vittime possibile.
Il prefetto ha aggiunto che la cruenta azione terroristica, frutto dell’odio che i gruppi terroristi provano per Jaramana, è diametralmente opposta allo spirito pacifico e tollerante della città, che rinnega qualsivoglia forma di estremismo e cospirazione, e riflette l’immagine pura e autentica della famiglia siriana allargata che accoglie al suo interno tutte le confessioni religiose e le appartenenze sociali.
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