Oramai non siamo solo piú noi patrioti siriani a lanciare il grido d’allarme, ma anche editoriali della stampa nazionale italiana lo affermano, citando fonti cristiane varie.
É sulle pagine di Vatican Insider”, a cura di Marco Tosatti per “La Stampa” di Torino del 1/12/2012, che troviamo un chiaro riferimento alla situazione drammatica che stanno vivendo alcune comunità cristiane di confine in Siria, sotto costante minaccia da parte di bande armate che si infiltrano in territorio siriano da Turchia, Libano, Iraq, Giordania.
Particolarmente Aleppo é sotto il mirino di queste gangs di fanatici jihadisti per il “califfato islamico”. Disperato l’appello di alcune comunità monastiche.
“Nella parrocchia di San Dimitri molti cristiani si ritrovano ridotti alla fame e alla miseria più nera: benefattori musulmani offrono alle famiglie cristiane tra €600 e €1200, per ogni membro che si converte all’Islam”, riporta Tosatti citando il sito web “Ora Pro-Siria”.
Ad Aleppo, una città storicamente di cultura eterogenea, i salafiti avrebbero emesso una fatwa contro “l’immorale usanza di permettere alle donne di guidare l’automobile”.
A Idlib invece le donne, secondo questi gruppi terroristi di fanatici integralisti, dovrebbero apparire in pubblico esclusivamente con il capo coperto dal velo, cosa che nella multietnica e laica Siria non é obbligo neppure per le donne di famiglia d’origine musulmana, ma solo una facoltá a discrezione personale..
Sono di pochi giorni fa le parole di padre Jules Baghdassarian, direttore delle Pontificie Opere missionarie, morto qualche giorno fa per un arresto cardiaco causato dalle preoccupazioni: “Non c’è una guerra civile in Sira, ci sono tentativi di renderla una guerra civile, c’è un pressione per trasformare il conflitto in un conflitto settario, abbiamo vissuto questa esperienza in Libano, si è visto in Iraq e ora lo vediamo in Siria La gente non vuole la guerra e la violenza: il mondo ci aiuti a ritrovare la pace!…Chiediamo alla comunità internazionale e all’Unione Europea di aiutarci a ritrovare la pace, non di fomentare la guerra!”.
Persino alcune voci all’interno del Comitato di coordinamento nazionale per il cambiamento democratico (NCC), l’opposizione siriana all’estero, dichiarano apertamente l’infiltrazione di forze armate dall’estero, terroristi e mercenari senza scrupoli che agiscono su ordine e per interessi esterni per destabilizzare la Siria. Questo “Comitato” avrebbe pubblicato di recente la lista dei mercenari sauditi presenti in Siria, affermando: “Siamo contro la presenza di mercenari stranieri … questa gente distrugge la Siria. Sfortunatamente ci sono dei ‘giocatori’ politici, come la Turchia, che permette loro di invadere la Siria. E l’obiettivo non è solo la Siria. Noi siamo solo un anello nella catena”.
Pare quindi che per fare fronte a tali minacce non resti altro, oltre agli sforzi diplomatici indispensabili e d’obbligo, ma che sin’ora hanno prodotto ben poco, che l’autodifesa da parte dell’esecutivo di Damasco per mezzo dell’Esercito Arabo Siriano, unica garanzia di salvezza e libertà per il popolo siriano tutto, cristiano e musulmano.
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