Nell’inferno siriano, fatto di attentati, sequestri, bombardamenti e terrore, le forze militari di Assad non arrestano la loro avanzata per liberare l’intero Paese dalle bande criminali che combattono il legittimo governo siriano. A tre mesi dalla conquista della città strategica di Al Qusayr, l’esercito siriano è riuscito a liberare la città di Homs, un’altra roccaforte dei “ribelli” oltre che città storica dei Fratelli Musulmani.
Negli ultimi giorni l’esercito e i Comitati di difesa popolare, sono riusciti ad uccidere centinaia di mercenari, la maggior parte stranieri, ed hanno sequestrato un imponente arsenale di armi e munizioni custodito in decine di tunnel sotterranei situati in tutta la provincia di Homs. Sono state distrutte anche decine di jeep con mitragliatrici pesanti e pick-up con cannoni anti-aerei.
Mentre gli ultimi “ribelli” fuggivano dalla città, i carri armati dell’esercito hanno fatto ingresso nel centro di Homs e nel quartiere di Khladiyeh, dove sono state issate le immagini del presidente Bashar Assad.
La caduta di Homs, eletta dai “ribelli” all’inizio della rivolta “capitale della rivoluzione”, apre la strada alle forze militari siriane verso la città di Aleppo, ultimo baluardo strategico dell’opposizione armata.
Nelle ultime 48 ore missili terra-terra siriani hanno colpito le fortificazioni dei “ribelli” ad Aleppo, per indebolire la loro resistenza. Da segnalare il ruolo fondamentale delle milizie curde lungo il confine con la Turchia. Violenti scontri sono scoppiati in questi ultimi giorni tra milizie curde e membri di due gruppi terroristici salafiti, il Fronte al-Nusra e l’Iraq Islamic Emirate, nel nord-est della Siria.
Dopo la caduta di Homs e il rapido avvicinamento alla città di Aleppo,Washington, Gerusalemme ed Ankara dovranno decidere rapidamente se entrare nel conflitto siriano o continuare a restarne fuori, e quindi, dichiarare ufficialmente l’ennesimo fallimento militare in Medio Oriente.
Nessun commento:
Posta un commento