Il Fronte Europeo per la Siria,
le associazioni che lo supportano, le comunità siriane che ne fanno parte,
scenderanno nuovamente in piazza per ribadire, oggi come non mai, la sovranità
della Repubblica Araba Siriana e per smascherare tutti quei governi che, con il
pretesto di abbattere il mostro del terrorismo islamico, ledono ancora una
volta il diritto internazionale e la libertà di un popolo che ha scelto da tempo
da chi essere governato e come difendersi.
Il Fronte Europeo per la Siria condanna fermamente ogni intervento militare in Siria
senza l’avvallo ed il coordinamento con le legittime autorità di Damasco.
Nelle scorse ore gli Stati Uniti hanno informato
l’inviato permanente della Repubblica Araba di Siria presso l’ONU, dott. Bashar
Al-Jaafari, che sarebbero iniziati i raid aerei contro ISIS in Siria.
Appena dopo l’informativa, cominciavano i raid
aerei e missilistici da parte della “coalizione” guidata dagli Stati Uniti e
comprendente anche alcuni stati arabi come l’Arabia Saudita, il Qatar, gli
Emirati Arabi e la Giordania. Le oltre 50 sortite aeree condotte fino ad ora, iniziate
nella notte tra il 22 e il 23 settembre, hanno colpito siti controllati da ISIS
nella città di Raqqa, Idlib, Aleppo e Deir ez Zor.
“Informare” il rappresentante di uno stato
sovrano senza stabilire un’effettiva collaborazione con le autorità siriane è
un’azione illegittima e lesiva del diritto internazionale, è a tutti gli
effetti una dichiarazione di guerra, anche perché quest’azione è avvenuta senza
una specifica risoluzione da parte delle Nazioni Unite, organismo che invece ha
sempre rigettato ogni ipotesi di intervento militare in Siria.
L’azione così portata avanti è da ritenersi
dannosa, tanto quanto i tre anni di azioni terroristiche dei gruppi
fondamentalisti contro il popolo siriano, ed inutile, perché senza un
coordinamento con il governo siriano, che nei mesi passati e ancor più nei
giorni scorsi ha sempre manifestato la propria disponibilità in tal senso, non
potrà essere risolutiva.
Oltre all’azione lesiva della sovranità siriana, la legittimità dell’ipocrita
coalizione messa in piedi dagli Stati Uniti è del tutto assente.
Assente perché in Siria, contrariamente a quanto diffuso
dai principali network mondiali e sostenuto dalle cancellerie dei principali
paesi occidentali, non c’è mai stata una “primavera araba”, non esiste nessun
fronte di “ribelli moderati”, esistono gruppi di terroristi fondamentalisti, di
cui ISIS rappresenta la fazione più forte e attualmente temibile, finanziati e
supportati dai paesi dell’area, Arabia Saudita, Turchia, Qatar e Giordania in
primis, fedeli alleati degli Stati Uniti.
Ipocrita perché gli stessi stati che oggi partecipano
alla coalizione anti-Isis sono i principali sponsor di tutta la galassia dei
tagliagole islamici. Praticamente con la sola eccezione della Turchia, che
addirittura non ha dato il suo appoggio alla coalizione, perché continua
esplicitamente a supportare i terroristi (pur essendo paese membro della
NATO…), è infatti di alcuni giorni fa la notizia della fornitura di 49 carri
armati ad ISIS in cambio del personale turco del consolato di Mosul preso in
ostaggio…
Gruppi fondamentalisti e terroristi che il governo e il popolo siriano combattono dal
2011.
Le contraddizioni della politica statunitense
sono chiare e palesi, non si può muovere l’opinione pubblica mondiale ad una
guerra contro i terroristi di ISIS e pubblicizzare e armare un’inesistente
“fronte moderato” composto da altri gruppi legati ad Al-Qaeda.
Non si può sostenere un’escalation militare in
Siria, senza il consenso del governo legittimo siriano e con il supporto, vero
o presunto, di quei governi (turco, saudita, qatariota, giordano, ecc.) che
sono i principali finanziatori, sostenitori e sponsorizzatori del terrorismo
internazionale di matrice islamica.
Governi che supportano attivamente e militarmente
le orde dei tagliagole di ISIS, che li finanziano acquistando il petrolio che
questo fantomatico stato islamico ruba al popolo siriano e iracheno, nelle zone
sotto il proprio controllo e rivende nei mercati occidentali attraverso la
Turchia, che sponsorizzano tutte quelle formazioni che da più di tre anni
massacrano i civili siriani e, tra questi, i cristiani.
Il Fronte Europeo per la Siria darà vita nei prossimi giorni ad una mobilitazione
permanente
in tutte le città, in tutti quei paesi europei e non, in cui sono presenti i nostri
attivisti, per chiedere lo stop delle azioni militari unilaterali da parte
dell’ipocrita coalizione USA in Siria.
Per chiedere agli stati occidentali ed europei,
il ripristino delle relazioni e la riapertura delle sedi diplomatiche con la
Siria.
Per chiedere ai propri rispettivi governi di
intraprendere colloqui con il legittimo governo siriano del presidente Bashar
Al-Assad, per sostenerlo e supportarlo attivamente nella lotta al terrorismo,
così come già fanno paesi come l’Iran o la Russia.
Per chiedere di sanzionare tutti quei paesi che
finanziano e supportano i tagliagole.
STOP US-IS!
Roma, 25/09/2014
Nessun commento:
Posta un commento