DAMASCO 11/10/2014 - È stata fitta di appuntamenti la prima giornata
di Solidarité Identités a Damasco. Il convoglio dei volontari europei,
giunti ieri nella capitale siriana attraverso il confine libanese, è
stato accolto dalle
autorità locali con grande
calore. Così prima della distribuzione materiale degli aiuti, che
avverrà tra qualche giorno a Tartus con il partenariato dell'
associazione Al Wafa,
gli attivisti europei e i rappresentanti della Comunità siriana in
Italia sono stati ricevuti da alcune illustri personalità della società
civile.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip4dQ6HGfjC4K4a0jXDd2zCw3xTqp9Pobis29P3VY5JHGHBiOvoppAzQaSHY-XCfP7LR5ApBLta_goTpIiiuHLVpJbdDjkksP2EBKg9w4ztpfu54ecdeMUkUJSE3n1Ay-jWkd4v0b2bhkg/s1600/8.jpg)
Nella prima mattinata hanno incontrato il ministro delle politiche sociali,
Kinda Al Shamath.
Il ministro ha spiegato come il maggior costo dall'inizio delle
ostilità sia stato pagato dalle classi meno abbienti e, per questo, ha
ringraziato la delegazione del contributo materiale e il sostegno
morale. Il ministro ha riservato un ringraziamento particolare alle
volontarie presenti "
perché si dice che le donne non partecipano alla guerra ma la vostra presenza qui dimostra l'esatto contrario".
Più tardi, in una coinvolgente conferenza stampa, la delegazione italo-siriana ha avuto modo di confrontarsi con
Fehmi Hasan, vice presidente del Parlamento siriano. "
La Siria sta per vincere il terrorismo - ha dichiarato perentoriamente Hasan -
e
la ricostruzione avverrà grazie alle mani dei suoi figli e all'aiuto di
stati, comunità e associazioni che hanno appoggiato il Paese durante il
conflitto".
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV8kOVKzVSH-b9e74jkFeBU_8l0EdY4WWurKOXSV9r5qIm6EEQ7bF3WfNo3GzYEvc-QZpFIMx1tOnZNZr7ONMjxmE9IFMAzKJnsu5nUs9XvejQJEoySrdPn0lpt4iOUvdeiPsM9s2ib2vT/s1600/11.jpg)
L'ultimo, non certo per lustro, ad aver accolto la delegazione italo-siriana è stato il
Gran Muftì,
la più alta carica religiosa in Siria. Durante l'incontro, Il Muftì,
che due anni fa ha subito la perdita del figlio ventenne per mano dei
terroristi, ha trasmesso ai presenti un messaggio di pace universale. "
Quando hanno arrestato gli assassini di mio figlio io sono andato a visitarli - racconta il Muftì -
appena mi hanno visto si sono impauriti, ma io li ho abbracciati, poi ho pregato Dio per la forza del perdono ricevuta".
Nelle prossime ore seguiranno aggiornamenti.
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