giovedì 18 giugno 2015

Roma: scende in piazza il Fronte Europeo per la Siria

“Io sto con Assad” con questo slogan è sceso in piazza Montecitorio il Fronte Europeo per la Siria.

La manifestazione è stata organizzata con lo scopo di denunciare “4 anni di terrorismo internazionale, 4 anni di bugie mediatiche e 4 anni di resistenza popolare”. Per questo, i rappresentanti del Fronte Europeo per la Siria hanno chiesto agli esponenti del governo italiano di riprendere i rapporti politici e diplomatici con il Paese guidato da Bashar al Assad.
Il presidente siriano fino a qualche anno fa era finito nel mirino della politica estera americana, accusato di possedere armamenti nucleari. Nello stesso periodo crescevano le primavere arabe che hanno portato alla destabilizzazione di un’intera area geografica e all’affermazione del terrorismo dello Stato Islamico, attualmente insediatosi tra Siria e Iraq. L’intervento del presidente russo Vladimir Putin, che propose lo smantellamento delle testate nucleari siriane, scongiurò l’intervento militare americano contro Assad.
Pochi giorni fa il Washington Post ha pubblicato un rapporto, basato sui documenti rilasciati dall’ex analista dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA) Edward Snowden, secondo cui la spesa per rovesciare Assad rappresenta un quindicesimo del bilancio totale della CIA. Miliardi di dollari che, volontariamente o meno, sono andati a finanziare i ribelli dell’Isis.

“Dall’inizio del conflitto – fanno sapere dal Fronte Europeo per la Siria – sono state circa 215 mila le vittime, di cui più di 66 mila quelle civili, che nulla hanno potuto contro i terroristi mercenari che, con la copertura dei principali paesi occidentali (USA e UE) e al soldo di Turchia, Arabia Saudita e Qatar, hanno imbracciato le armi per realizzare quel disegno inconcepibile che prevede la cancellazione di uno Stato sovrano. Una destabilizzazione la cui regia deve oggi fare i conti con la degenerazione che ne è seguita”.
Ancora oggi il Paese siriano si conferma importante baluardo contro l’avanzata dello Stato Islamico: per questo l’isolamento della Siria rappresenta un pericolo troppo grosso che l’Europa e il mondo intero non possono certo permettersi.

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