Damasco, 7 giu – Durante la giornata di oggi, il presidente siriano Bashar al Assad ha aperto il proprio discorso rivolto all’Assemblea del popolo affermando che il numero senza precedenti di elettori registrato nelle recenti elezioni parlamentari
ha inviato un messaggio chiaro al mondo: maggiore è la pressione
internazionale sulla nazione siriana, più forte è l’impegno del popolo
della Siria per la salvaguardia della propria sovranità. Per questa tornata elettorale, il popolo ha avuto modo di eleggere candidati che hanno vissuto la sofferenza e che sono quindi disposti a donare
e a lavorare per il prossimo e non per se stessi, proprio come i
martiri, i feriti e tutti coloro che hanno sacrificato le proprie vite
per la libertà. Secondo le parole del presidente, ormai non è più un
segreto per i siriani il fatto che il nodo centrale del processo
politico dei paesi che sostengono il terrorismo sia diretto a colpire al
cuore il concetto di patria, che nella costituzione siriana è sacro:”Il
nucleo del loro schema politico, dopo aver fallito nell’adulazione del
terrorismo, è stato quello di colpire la Costituzione per creare di
conseguenza il caos”. La mossa degli adulatori internazionali
dell’opposizione è stata in prima battuta il supporto al terrorismo e in
seguito l’attribuzione dell’aggettivo “moderato” a questo orrore che sta dilagando non solo in Siria ma anche nel resto del mondo.
“L’unità della Patria non inizia dalla geografia, ma parte dall’unità
dei cittadini”, ha detto il presidente, spostando il discorso sui fallimentari colloqui di Ginevra
circa la crisi siriana. Le richieste rivolte alla delegazione siriana a
Ginevra sono state, secondo il presidente, soltanto un tentativo di trappola diplomatica,
sebbene “le nostre risposte siano state ferme e decise e non abbiamo
consentito loro di ingannarci in alcun modo. Quando non sono riusciti a
ottenere quello che volevano, la loro risposta è stata un’aperta
dichiarazione di sostegno al terrorismo e, quindi, il
ritiro dalla cessazione delle ostilità”, aggiungendo che “quello che
abbiamo visto accadere ai civili e agli ospedali ad Aleppo ne è la diretta conseguenza”. Spostando l’attenzione sulla situazione geopolitica e militare, ha osservato come il regime di Erdogan si sia concentrato sulla città di Aleppo, ultima speranza per il suo progetto della Fratellanza (musulmana). “Aleppo sarà la tomba dove saranno sepolti tutti i sogni e le speranze di quel macellaio“,
ha detto il presidente al Assad. Ha successivamente sottolineato come
la “ribellione” in Siria non stia dormendo, ma più che altro è da
considerarsi morta: “i bombardamenti terroristici non divideranno mai il
popolo siriano, perchè i siriani sono fratelli nella vita e nel martirio“.
Salutando
il popolo siriano “ovunque in Siria stia sfidando la morte, il
terrorismo e i progetti di opposizione con il proprio impegno, per la
voglia di vivere e di rimanere saldi”, il presidente ha ribadito il
motivo per cui la sua guerra contro il terrorismo non avrà fine:
“Non perché ci piacciono le guerre, come coloro che hanno dato il via
alla guerra contro la Siria, ma perché lo spargimento di sangue non avrà
termine fino a quando non sradicheremo il terrorismo ovunque si trovi e indipendentemente da qualunque maschera indossi; proprio come abbiamo liberato Palmira
e molti altre zone nei mesi passati, stiamo andando a liberare ogni
pollice della Siria dalle loro mani, perché non abbiamo altra scelta, se
non quella della vittoria”.
Assad ha ribadito
che qualsiasi processo politico che si tenti di avviare, risulterà
sempre privo di senso e inutile se non coinciderà con la lotta al
terrorismo. Ha salutato gli “eroi della Siria
che combattono nell’esercito, nelle forze armate e nelle forze di
supporto”, dicendo che se non fosse per il loro coraggio, la Siria non
sarebbe la nazione che è. Il Presidente ha infine ringraziato i suoi alleati, affermando che il terrorismo prima o poi verrà sconfitto finché ci saranno nel mondo paesi come l’Iran, la Russia e la Cina
a sostegno del popolo siriano, paesi che stanno dalla parte della
giustizia e continuano ad aiutare gli oppressi di fronte
dell’oppressore: “si tratta di paesi che rispettano i propri principi e
cercano di sostenere sempre il diritto di ogni popolo a scegliere il
proprio destino”. Il Parlamento siriano ha salutato il presidente al Assad con il motto: “Con il sangue e con l’anima ti onoriamo Bashar”.
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