martedì 2 agosto 2016

Parla l’italo-siriano arrestato a Londra: “In cella perché filo-Assad”

Padova, 2 ago – Nella gestione del problema del terrorismo e della politica mediorientale che l’Europa sta dimostrando negli ultimi mesi, c’è posto per storie sempre più grottesche. Dopo i terroristi che hanno problemi psichici e quindi vanno in fondo compresi, e i terroristi che vengono chiamati “ribelli moderati”, siamo arrivati alla parodia assoluta: un siriano di cittadinanza italiana che ha portato a Londra le sue nipoti fuggite da Aleppo, dove nelle ultime ore l’esercito siriano sta accerchiando i terroristi, è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e detenuto per quattro mesi in Inghilterra. Le istituzioni italiane sono state stranamente immobili. Le accuse sono cadute e il docente ha fatto ritorno a casa.

Adnan al Moussa è un docente di diritto a Padova, siriano, già rappresentante del partito Baath in Italia, vive in Veneto da 40 anni. Ha ottenuto la cittadinanza del nostro Paese. Persona stimata da tutti per la sua professionalità, cristiano ortodosso, è noto per la sua attività informativa sulla situazione siriana in tutto il nord Italia. Negli ultimi mesi, la situazione ad Aleppo è diventata infernale: i terroristi, per i quali l’Occidente non ha mai lesinato aiuti, stanno subendo la pesante offensiva dell’esercito regolare siriano e la vita in città è diventata impossibile. Al Moussa ha così deciso di portare le sue nipoti in Inghilterra. La foga della fuga ha fatto confondere i passaporti, così, all’arrivo a Londra, il professore è stato arrestato e detenuto per quattro mesi. “Ho vissuto in un ambiente orribile negli ultimi mesi – ha dichiarato al Primato Nazionale – vivevo in mezzo agli uomini primitivi. Io sono cittadino italiano, l’ambasciata italiana si è mossa con lentezza, mi hanno trascurato perché sanno bene chi sono. A breve inizierò a scrivere un libro su questa vergognosa vicenda”.

Al Moussa è infatti un grande sostenitore del presidente Assad, come d’altro canto, tutta la comunità siriana italiana e tutti i siriani che vivono in patria. Nessun siriano è però stato mai chiamato in TV o intervistato dai media per comprendere meglio cosa stia succedendo. Gli amici di Al Moussa avevano anche scritto al Ministro Orlando, senza però ricevere risposta. Ora il professor Al Moussa rischia il licenziamento per essersi a lungo assentato dal posto di lavoro. Sorge spontanea una domanda a chiunque sia sano di mente: come è possibile che l’uomo che ha compiuto la strage di Nizza abbia partecipato a una manifestazione con gli antifascisti e girasse tranquillamente per la Francia, mentre un uomo con un incarico pubblico in Italia, che si batte da anni contro il terrorismo venga arrestato? Perché i media e le istituzioni sono stati silenti? Potremmo chiederlo ai governanti europei e alle istituzioni finanziarie che sostengono l’immigrazione di massa e i terroristi in Siria, per poi scoprire che sono più disturbati mentalmente dei terroristi.

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