A Tartous, in una delle zone più sicure sotto il controllo del governo siriano, una delle due autobombe ha colpito l’autostrada internazionale appena fuori città. Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio ma conta già trenta civili uccisi e quarantatré feriti. Altri cinque civili sono le vittime dell’attentato terroristico, sempre di questa mattina, nella zona nord della città di Al Hasakah,
capitale provinciale dell’omonimo governatorato. L’attentatore, a bordo
di una moto, si è fatto esplodere tra le vie dei quartieri nord. Poco
fa è giunta la rivendicazione dell’Isis attraverso il canale ufficiale dei terroristi “Al Amaq”.
Ad Homs, un’autobomba ha colpito l’ingresso del quartiere Bab Tadmur, i dati provvisori confermano la morte di quattro civili e dieci feriti.
Presa di mira anche la capitale Damasco, dove è stata colpita la zona tra i quartieri di Al Sabboura e Al Bajja, il bilancio è di un morto e tre feriti.
Sullo
sfondo di questa nuova ondata di attacchi terroristici contro la
popolazione civile siriana, c’è da evidenziare una evoluzione tutto
sommato positiva delle operazioni militari dell’Esercito siriano, che tra numerose difficoltà con gli oltre ottanta fronti aperti in tutta la Siria, nelle ultime ore è riuscito a riprendere numerosi punti chiave nella città di Aleppo e a respingere attacchi su grande scala nelle zone di Hama ed Homs orientale. Sempre più lontano invece un accordo tra Stati Uniti e Russia sulla questione siriana, come confermato dal recente vertice G20, con Washington apparentemente sempre più isolata.
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