venerdì 11 gennaio 2013

DENUNCIA DEL MINISTERO DEGLI ESTERI SIRIANO AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU

DENUNCIA DEL MINISTERO DEGLI ESTERI SIRIANO AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU:
"1000 FABBRICHE IN ALEPPO SONO STATE DERUBATE E I LORO PRODOTTI TRASFERITI IN TURCHIA CON LA PIENA CONSAPEVOLEZZA E COLLABORAZIONE DEL GOVERNO TURCO, E QUESTO È... DA CONSIDERSI" UN ATTO ILLEGALE IMPUTABILE COME VERA PIRATERIA "
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Il Ministero Siriano degli Esteri ed Espatriati ha sottolineato che la rapina ai danni di un migliaio di stabilimenti in Aleppo e il trasferimento dei loro prodotti in Turchia con la conoscenza e la facilitazione del governo turco è da considersi "un atto illegale che è imputabile come vera pirateria".

La sollecitazione del Ministero è avvenuta con due lettere identiche indirizzate questo giovedì mattina al Presidente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e al Segretario generale dell'ONU a riguardo della rapina subita da queste fabbriche in territorio siriano ed il trasferimento delle proprietà in esse contenute verso il territorio Turchia, con la piena consapevolezza e complicità del governo di Ankara.

Il ministero ha descritto queste rapine e il trasferimento della refurtiva in Turkia sotto la supervisione turca come "un atto di aggressione" che mira a colpire i siriani nelle loro fonti di sopravvivenza e nella vita economica.

Il ministero ha descritto queste rapine e il trasferimento della refurtiva in Turkia sotto la supervisione turca come "un atto di aggressione" che mira a colpire i siriani nelle loro fonti di sopravvivenza e nella vita economica.

"Questo atto indica ancora una volta le ambizioni turche e il ruolo sta giocando la Turchia nel sabotaggio e nella crisi in Siria, e rivela anche le vere intenzioni del governo di Ankara nei confronti del popolo siriano, per derubarlo, affamarlo, causargli sofferenze", è scritto nelle lettere.

Il Ministero ha denunciato apertamente e seccamente queste pratiche come "immorali" in quanto "costituiscono una flagrante violazione dei principi di buon vicinato e di non ingerenza negli affari interni dei paesi".

" Queste pratiche sono un contributo diretto alla criminalità transfrontaliera e agli atti di pirateria, cosa che richiede una reazione internazionale che dovrebbe essere su larga scala in base ai danni causati al popolo siriano e alle loro capacità economiche e commerciali", è aggiunto nelle lettere.

Il Ministero ha ribadito che è richiesta una immediata reazione da parte del Consiglio di Sicurezza, che dovrebbe essere all'altezza delle responsabilità e degli obblighi che essa assume nel campo della lotta contro il terrorismo e per il mantenimento della sicurezza internazionale e della pace.

Tale reazione è stata resa necessaria, il Ministero ha sottolineato, alla luce del sostegno dato al terrorismo da un paese vicino, come la Turchia, favorendo le condizioni necessarie per attuare i saccheggi delle industrie della Siria e il contrabbando dei materiali che in esse erano contenutid attraverso il confine turco, distruggendo le capacità delle imprese siriane e 'le fonti della vita, oltre a facilitare lo sfruttamento di queste capacità e beni ad uso delle bande di fuorilegge terroristi, appoggiandoli di fatto all'interno della Siria.

Il ministero ha chiesto che al Consiglio di sicurezza dell'ONU e al Segretario generale dell'ONU di "emettere una chiara condanna di questi atti di sabotaggio e terrorismo, adottando al più presto tutte le misure necessarie per chiedere conto di ciò sia agli autori che alle parti regionali ed internazionali, nonchè alle forze che stanno dietro di loro."

Questa condanna, è detto nelle lettere, dovrebbe "riflettere il rifiuto, da parte delle NU, affinchè ci siano ulteriori ed eventuali contributi da parte dei paesi che sono dichiaratamente ostili nei confronti della Siria, che possano aggravare ulteriormente le condizioni di vita del popolo siriano e aumentare la loro sofferenza umanitaria".

Il Ministero degli Esteri ed Espatriati ha fatto appello affinchè si prendano tutte le misure legali necessarie e possibili contro il governo turco, obbligandolo a restituire le proprietà rubate ai loro legittimi proprietari ed a pagare tutte le compensazioni ai suddetti interessati, secondo quanto stabiliscono le regole vigenti in materia di diritto internazionale, oltre ad imporre e ottenere l'assicurazione che vengano interrotte immediatamente tali pratiche e che non si debbano mai più ripetere, ora e nel futuro.

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