È tempo di andare per i volontari di Solidarité Identités che
nottetempo hanno raggiunto la città costiera di Tartus. Si apre così la
seconda fase della Solidarity Mission 2014, volta a distribuire concretamente il carico di aiuti umanitari raccolti e giunti a Latakia via mare.
L'esperienza damascena, ricca di appuntamenti e attività, si è conclusa con un'ultima tranche di tre incontri.
Il ministro degli Affari Esteri, Ayman Susan. Il ministro ha aperto il suo intervento augurando ai volontari di Solidarité Identités il "benvenuto nella Siria della civiltà e a Damasco"."Noi
siamo i proprietari di questa storia, di questa terra e di questa
cultura, la nostra identità è ben salda e più radicata di quella dei
cowboys che tentano di colonizzarci".
Il ministro della Salute, Nezar Uehbe Yazgi.
Il ministro ha illustrato il dossier della crisi del settore della
sanità pubblica. I dati ufficiali, relativi all'ultimo triennio,
dimostrano come la situazione sanitaria sia drasticamente precipitata. "Nonostante
i danneggiamenti ai nostri ospedali e ai mezzi di soccorso, riusciamo
ancora a far fronte alle esigenze della popolazione anche nelle zone più
insicure del paese" - ha dichiarato Yazgi.
Il ministro degli Affari Religiosi, Walid Al Muhalem. Il ministro ha dichiarato di esser "pronto a incontrare le istituzioni vaticane e vorrei che siate i portavoce di questo mio desiderio". Ribadendo quanto espresso già dal Gran Muftì, Al Muhalem ha spiegato che "in Siria il concetto di minoranza religiosa o etnica non esiste, il popolo siriano è uno solo".
Nella mattinata di lunedì i volontari sono stati ospiti dell'approfondimento condotto dalla giornalista Rana Esmaeel, in onda su Alikhbariya tv.
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