Il presidente Bashar al-Assad ha dichiarato, in un’intervista rilasciata al quotidiano ceco ‘Literární Noviny’, che:
“la Siria é contro l’uccisione di persone innocenti ovunque nel mondo”,
sottolineando che
“I politici occidentali sono miopi, hanno una prospettiva ristretta, e, rispetto a ciò che è successo in Francia recentemente, si é dimostrato ció che abbiamo sempre detto all’Occidente: che non è lecito sostenere il terrorismo e fornirgli una copertura politica, perché avrebbe prima o poi avuto un impatto negativo sui loro stessi paesi ed i loro popoli, ed era vero”.
Di seguito il testo integrale dell’intervista:
Domanda 1:
Signor Presidente, vorrei cominciare dall’inizio, poco meno di un
decennio fa, la Siria stava costruendo le sue relazioni con l’Occidente e
attuando le riforme proposte dalla Banca Mondiale, il signor John Kerry
fino al 2010 La chiamava “caro amico”. Poi, d’improvviso, dal giorno
alla notte, tutto è cambiato e siete diventato un ‘dittatore’, vi
descrivevano come un ‘Hitler’. Cosa ne pensa di questo, e come possiamo
spiegare questo cambiamento radicale?
Presidente al-Assad: In
realtà, io non sono cambiato per niente, né io né le nostre politiche
ed i nostri valori o i nostri principi. Il problema con l’Occidente, che
non è un problema nuovo, riguarda l’indipendenza del nostro paese: essa
in realtà il problema dell’Occidente con molti altri paesi, tra cui la
Siria. Durante il periodo da lei indicato circa i rapporti con
l’Occidente, tra il 2008 e il 2010, c’è stato un buon rapporto di
relazioni, che in realtà peró non era basato sul rispetto reciproco. Ad
esempio, la Francia voleva che la Siria svolgesse un ruolo con l’Iran
sulla questione nucleare, non solo partecipare a quel dossier, ma di
convincere l’Iran a prendere misure contrarie ai propri interessi,
allora abbiamo rifiutato.
Come anche volevano che prendessimo
posizione contro i movimenti della resistenza nella nostra regione, i
quali vogliono che finisca l’occupazione israeliana e l’aggressione
contro i palestinesi ed i loro paesi vicini: ed anche in questo caso
abbiamo rifiutato.
Volevano farci firmare un accordo di
partenariato europeo, i cui articoli sono però in conflitto con i nostri
interessi, che avrebbero trasformato il nostro paese in un mercato con
le porte spalancate ai loro prodotti, mentre in contraccambio ci
avrebbero dato una piccola quota dei loro mercati: quindi abbiamo
rifiutato di sottoscriverlo, perché esso era contrario agli interessi
del popolo siriano. Questi sono solo alcuni esempi del tipo di rapporto
che essi (l’Occidente, ndr) volevano, così hanno preso tale decisione
(quella del ‘cambiamento radicale’ dei rapporti, ndr).
Lo stesso sta accadendo ora con la
Russia. Due decenni fa, la Russia era un caro amico dell’Occidente.
Improvvisamente, la Russia è diventata un ‘paese ostile’, e l’Occidente
ha iniziato a demonizzare il presidente Putin, utilizzando una campagna
di propaganda simile a quella in atto contro la Siria. Quindi, il
problema risiede nell’indipendenza di questi paesi: l’Occidente vuole
degli Stati sottomessi, governati da burattini, questa è l’essenza del
problema nei rapporti con l’Occidente, non si tratta di democrazia, di
libertà o supporto ai popoli della regione. L’esempio lampante di tutto
ciò si può osservare nei fatti accaduti in Libia e nelle uccisioni
(terroristiche, ndr) in corso in Siria, con l’appoggio dell’Occidente.
“Siamo sempre stati disposti a unirci a qualsiasi paese sincero nella lotta al terrorismo, questa è stata la nostra posizione, non è mai cambiata e non cambierà mai”.
Domanda 2:
Ma a quei tempi, all’inizio della cosí-detta ‘guerra americana al
terrorismo’, la Siria era solita aiutare la CIA nel programma per
consegnare interrogare e torturare i sospetti. Perché vi siete uniti a
quel programma?
Presidente al-Assad: Vuoi dire prima della crisi?
Giornalista: Sì.
Presidente al-Assad:
Soffriamo a causa dell’estremismo da più di cinque decenni. E il
terrorismo, nella sua forma piú forte, è apparso in Siria negli anni
settanta del XX secolo. A quei tempi, facemmo appello per una
cooperazione internazionale nella lotta al terrorismo. Ma allora a
nessuno importava. In Occidente, non erano a conoscenza del problema.
Perciò siamo sempre pronti ad aiutare e collaborare con qualsiasi paese
che volesse veramente combattere il terrorismo. Per questo motivo
abbiamo aiutato gli americani, e siamo stati sempre pronti a unirci a
qualsiasi paese che onestamente combattesse il terrorismo. Noi non
abbiamo mai modificato la nostra posizione a questo riguardo, né prima
che durante o dopo la crisi. Il problema dell’Occidente é che non ha mai
capito come saper affrontare questo problema. Si sono immaginati che la
lotta al terrorismo fosse come un gioco da computer, cosa che non é
vera. La lotta al terrorismo dovrebbe svilupparsi attraverso la cultura,
l’economia, e in molteplici altri campi.
“I politici occidentali sono miopi, hanno una prospettiva ristretta, e, rispetto a ciò che è successo in Francia recentemente, si é dimostrato ció che abbiamo sempre detto all’Occidente”.
Domanda 3: A proposito di terrorismo, senza dubbio ha sentito dei recenti eventi in Francia. Qual è il suo commento a riguardo?
Presidente al-Assad:
Quando si tratta dell’uccisione di civili, a prescindere dalla loro
posizione politica, o se siamo d’accordo o meno con le idee delle
persone che sono state uccise, questo è terrorismo. Siamo contro
l’uccisione di persone innocenti, ovunque nel mondo accada. Questo è il
nostro principio. Siamo il paese più comprensivo e sensibile al mondo a
questo problema, perché noi soffriamo a causa di questo tipo di
terrorismo da ben quattro anni, perdendo migliaia di persone innocenti
in Siria. Pertanto, ci sentiamo estremamente vicini alle famiglie di
quelle vittime. Ma, allo stesso tempo, vogliamo ricordare ai molti in
Occidente con i quali abbiamo parlato di queste implicazioni, sin
dall’inizio della crisi in Siria, ed a cui abbiamo sempre detto e
ripetuto: “Non dovete sostenere il terrorismo e fornirgli copertura
politica, perché ció avrebbe prima o poi avuto un impatto sui vostri
paesi e popoli. Ma i politici europei non ci hanno ascolto, erano miopi,
con una prospettiva ristretta, e quello che è successo in Francia pochi
giorni fa ha dimostrato che quello che abbiamo sempre detto era vero,
e, allo stesso tempo, questo evento ha reso evidente la responsabilita
delle politiche europee, perché esse sono responsabili di quanto è
successo, sia nella nostra regione che in Francia di recente, e forse
anche di ciò che in precedenza è accaduto in altri paesi europei.
“La lotta contro il terrorismo, non ha bisogno di un esercito, ma ha bisogno di buone politiche e che ci sia uno scambio di informazioni tra i paesi veramente interessati alla lotta al terrorismo”.
Domanda 4: Secondo lei, qual’é il modo migliore per combattere il terrorismo?
Presidente al-Assad: Dobbiamo distinguere tra ‘combattere i terroristi’ (fisicamente, ndr) e ‘combattere il terrorismo’ (strategicamente, ndr).
Se vogliamo parlare della situazione attuale, dobbiamo combattere i
terroristi, perché stanno uccidendo persone innocenti e quindi dobbiamo
difendere queste persone. Questo per ora è il modo più urgente e
importante per affrontare questo problema. Ma se stiamo parlando della
lotta contro il terrorismo, questa non ha bisogno di un esercito, ma ha
bisogno di buone politiche, le quali richiedono che per prima cosa si
combatta l’ignoranza, attraverso la cultura e l’istruzione, costruendo
una buona economia per combattere la povertà, e ci dovrebbe essere uno scambio di informazioni sensibili tra i paesi interessati alla lotta al terrorismo.
Il problema non va affrontato come è
stato fatto in Afghanistan, mi riferisco in particolare a ció che hanno
commesso in Afghanistan nel 2001. In quel periodo, un gruppo di membri del Congresso stava visitando Damasco e parlava di invadere l’Afghanistan come vendetta di quello che era successo a New York in precedenza.
Dissi loro che non é cosí che si affronta questo problema, perché la
lotta al terrorismo è come il trattamento del cancro. Il cancro non si
taglia, non si opera rimuovendo parti di esso, ma va sradicato
completamente. Quello che è successo in Afghanistan è che hanno aperto
una ferita in quel cancro, ed il risultato è stato che esso si è diffuso
in modo più rapido. Quindi, come ho detto, ci si dovrebbe concentrare
su buone politiche, sull’economia e la cultura.
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