mercoledì 14 gennaio 2015

Atomica siriana: il casus belli che non c’è

Damasco, 13 gen – La citazione è d’obbligo. Una tanto strampalata affermazione non può che farci tornare alla mente uno dei più strampalati e satirici film sull’argomento atomico.
Ovviamente si parla del film di Kubrick chiamato: “Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba” . Cosa che invece non hanno imparato a fare certi media europei. Se nel mondo c’è una bomba da amare e di cui non preoccuparsi è proprio quella siriana, se non altro perché non c’è.
Non esiste l’atomica di Assad, non esiste il programma “fine del mondo” in tela damascata. Non esiste, purtroppo. Esistono le atomiche israeliane, quelle si, ottanta ordigni di ultima generazione, esistono le testate made in Usa piazzate in Turchia e forse anche quella saudita, ma per il momento la Siria le uniche bombe atomiche le vede nei silos dei lancio dei suoi nemici.
Ma in ogni caso dalle colonne dello Spiegel è stato lanciato lo scoop che scopre un intrigo da spy story degno del Bond d’oltremanica. Sembrerebbe che dopo la distruzione, da parte israeliana, della centrale di Kibar, siano rimaste intatte cinquanta tonnellate di uranio naturale, di perse inutile a qualsiasi progetto bellico, ma che se arricchito potrebbe servire per costruire da tre a cinque bombe atomiche. Questo materiale sarebbe stato nascosto nei pressi di Damasco per poi essere spostato al confine nord del Libano con l’aiuto delle milizie sciite di Hezbollah in un impianto segreto.
Di questo impianto Spiegel ci mostra anche delle foto satellitari. Una base militare con hangar e bunker. Il nome in codice del sito sarebbe ‘Zamzam’, nome di un pozzo che nella tradizione islamica si ritiene creato miracolosamente da Dio nel deserto dell’attuale Arabia Saudita per salvare la moglie di Abramo e il loro figlio Ismaele.
In tale impianto, le rivelazioni di una non meglio identificata agenzia d’intelligence occidentale, metterebbero in luce il lavoro di alcuni guardiani della rivoluzione iraniani alle dirette dipendenze dell’ayatollah Ali Khamenei in collaborazione anche con ingegneri della Corea del nord come Chou Ji Bu già costruttore del reattore nordcoreano. Insomma un progetto in cui tutti i cattivi del mondo si sono dati appuntamento e che potrebbe riaccendere gli appetiti della coalizione anti Assad a guida Usa per intervenire nel paese così come fecero per impedire a Saddam Hussein di usare le sue fantomatiche armi di distruzione di massa o, meno recentemente, con le armi segrete del Reich.

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