Arriva da fonte Usa
e viene confermata da fonti libanesi la notizia che, il 26 giugno, con
un attacco improvviso dell’aviazione siriana, sono rimasti uccisi un
generale israeliano e 20 leader
delle milizie dell’organizzazione terrorista “Al Nusra” ed altri
gruppi, inclusi alcuni elementi del personale militare di collegamento
dell’Arabia Saudita e del Qatar. Questo attacco dell’aviazione siriana
aveva per obiettivo le forze militari straniere che operano all’interno
della Siria.
Un secondo attacco dell’aviazione siriana era avvenuto nella località
di Sidon, contro un gruppo di cecchini di nazionalità cecena che avevano
passato il confine della Giordania nella zona di Nassib, controllata
dai miliziani di Al Nusra. Entrambi gli attacchi sono stati due poderosi
colpi sferrati dalle forze siriane contro il nemico che stava
pianificando l’operazione “Southern Storm” che avrebbe impegnato circa
15.000 miliziani con la collaborazione di Israele,
della Turchia e delle autorità giordane. L’operazione doveva avere
luogo per l’8 luglio e ha subito una battuta d’arresto grazie al lavoro
dell’intelligence
siriana che è riuscita a individuare per tempo il luogo dove si è
riunita la squadra israeliana che si era recata ad Al Karak, nella
provincia sud di Daraa.
Al
Karak o Al Karek è una città di 20.000 abitanti, sulla parte orientale
del Mar Morto, all’interno della Giordania. Famosa per il suo castello
crociato, Al Karak è facilmente raggiungibile da Israele
per mezzo di elicotteri che volano sopra il Wadi Karak per evitare il
rilevamento. Al generale israeliano era stato affidato il comando
dell’operazione Tempesta del Sud, e assieme a una squadra israeliana si
era recato in tale località per incontrarsi con i leader del gruppo di “Al-Nusra”, con cui Israele
collabora da tempo, con il “Free Syrian Army”, con le brigate di
“Al-Muthana” e “Al-Ezz”. Secondo i testimoni presenti alla riunione, il
generale israeliano, dopo aver ringraziato i leader dei vari gruppi, aveva promesso aiuti militari, supporto logistico e di intelligence
ed era rimasto a cena con loro. Il piano della “Southern Storm”
prevedeva un attacco su tre direzioni su Daara da parte di 15.000
miliziani in 4 gruppi separati. La riunione si era svolta presso i
locali di un vecchio magazzino utilizzato dai terroristi come deposito.
Il comando israeliano aveva provveduto alla spedizione di missili anticarro Tow e Laaw, insieme con i missili
tedeschi Milan, che erano stati consegnati in precedenza ai gruppi
terroristi, per mezzo di voli effettuati in Giordania, e poi convogliati
in Siria. Alcune di queste munizioni, fornite da Israele ai terroristi, provenivano dalle scorte israeliane recentemente sostituite dagli Stati Uniti dopo che Israele
ha dichiarato di averle utilizzate in attacchi su Gaza. Il generale
israeliano, assieme ad altri 20 comandanti dei miliziani, si era
trasferito per una riunione presso una casa distante poche miglia, casa
che è stata individuata e distrutta con precisione nell’attacco
dell’aviazione siriana, di cui rimangono adesso le rovine fumanti. Nello
stesso attacco sono rimasti uccisi altri 80 miliziani che si trovano
nella zona in presidio e scorta ai leader
terroristi. Le operazioni dei terroristi vengono coordinate da un
centro di comando (Moc) che si trova in Giordania, che dispone di un
collegamento satellitare e apparati elettronici di intelligence collegati con una la centrale della Cia situata in Giordania, così come è collegata con il grande centro logistico di intelligence saudita esistente ad Amman. Questa volta l’intelligence siriana è riuscita a prevenire le mosse del nemico ed annientare il suo centro di comando, bloccando le operazioni.
(“Le
forze siriane, con una azione lampo a Daraa, uccidono un generale
israeliano riunito con i comandanti dei gruppi terroristi”, da
“Controinformazione” del 4 luglio 2015).
Arriva da fonte Usa
e viene confermata da fonti libanesi la notizia che, il 26 giugno, con
un attacco improvviso dell’aviazione siriana, sono rimasti uccisi un
generale israeliano e 20 leader
delle milizie dell’organizzazione terrorista “Al Nusra” ed altri
gruppi, inclusi alcuni elementi del personale militare di collegamento
dell’Arabia Saudita e del Qatar. Questo attacco dell’aviazione siriana
aveva per obiettivo le forze militari straniere che operano all’interno
della Siria.
Un secondo attacco dell’aviazione siriana era avvenuto nella località
di Sidon, contro un gruppo di cecchini di nazionalità cecena che avevano
passato il confine della Giordania nella zona di Nassib, controllata
dai miliziani di Al Nusra. Entrambi gli attacchi sono stati due poderosi
colpi sferrati dalle forze siriane contro il nemico che stava
pianificando l’operazione “Southern Storm” che avrebbe impegnato circa
15.000 miliziani con la collaborazione di Israele,
della Turchia e delle autorità giordane. L’operazione doveva avere
luogo per l’8 luglio e ha subito una battuta d’arresto grazie al lavoro
dell’intelligence
siriana che è riuscita a individuare per tempo il luogo dove si è
riunita la squadra israeliana che si era recata ad Al Karak, nella
provincia sud di Daraa.Al Karak o Al Karek è una città di 20.000 abitanti, sulla parte orientale del Mar Morto, all’interno della Giordania. Famosa per il suo castello crociato, Al Karak è facilmente raggiungibile da Israele per mezzo di elicotteri che volano sopra il Wadi Karak per evitare il rilevamento. Al generale israeliano era stato affidato il comando dell’operazione Tempesta del Sud, e assieme a una squadra israeliana si era recato in tale località per incontrarsi con i leader del gruppo di “Al-Nusra”, con cui Israele collabora da tempo, con il “Free Syrian Army”, con le brigate di “Al-Muthana” e “Al-Ezz”. Secondo i testimoni presenti alla riunione, il generale israeliano, dopo aver ringraziato i leader dei vari gruppi, aveva promesso aiuti militari, supporto logistico e di intelligence ed era rimasto a cena con loro. Il piano della “Southern Storm” prevedeva un attacco su tre direzioni su Daara da parte di 15.000 miliziani in 4 gruppi separati. La riunione si era svolta presso i locali di un vecchio magazzino utilizzato dai terroristi come deposito.
Il comando israeliano aveva provveduto alla spedizione di missili anticarro Tow e Laaw, insieme con i missili tedeschi Milan, che erano stati consegnati in precedenza ai gruppi terroristi, per mezzo di voli effettuati in Giordania, e poi convogliati in Siria. Alcune di queste munizioni, fornite da Israele ai terroristi, provenivano dalle scorte israeliane recentemente sostituite dagli Stati Uniti dopo che Israele ha dichiarato di averle utilizzate in attacchi su Gaza. Il generale israeliano, assieme ad altri 20 comandanti dei miliziani, si era trasferito per una riunione presso una casa distante poche miglia, casa che è stata individuata e distrutta con precisione nell’attacco dell’aviazione siriana, di cui rimangono adesso le rovine fumanti. Nello stesso attacco sono rimasti uccisi altri 80 miliziani che si trovano nella zona in presidio e scorta ai leader terroristi. Le operazioni dei terroristi vengono coordinate da un centro di comando (Moc) che si trova in Giordania, che dispone di un collegamento satellitare e apparati elettronici di intelligence collegati con una la centrale della Cia situata in Giordania, così come è collegata con il grande centro logistico di intelligence saudita esistente ad Amman. Questa volta l’intelligence siriana è riuscita a prevenire le mosse del nemico ed annientare il suo centro di comando, bloccando le operazioni.
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