martedì 28 giugno 2016
Il Presidente Bashar Al Assad questa sera in visita ai soldati in prima linea nella zona di Marj Al Sultan (Damasco)
Poco fa (intorno alle 20 ora di Damasco) il Presidente Bashar Al Assad
ha fatto visita di sorpresa alle truppe siriane di prima linea nella
zona di Marj Al Sultan (provincia di
Damasco). Il Presidente ha consumato con i suoi soldati, tra
l'entusiasmo e lo stupore di tutti, l'iftar, il pasto serale consumato
dai musulmani per interrompere il digiuno quotidiano durante il mese del
Ramadan. Avanti Siria! Un solo Popolo. Un solo Presidente.
martedì 21 giugno 2016
Siria: sergente russo sventa attacco suicida e muore
Damasco, 20 giu – Il Ministero della Difesa russo ha annunciato nella giornata di ieri che il soldato Andrey Leonidovich Timoshenkov è morto in Siria, durante un’operazione avvenuta il 15 giugno scorso, per impedire ad un’auto imbottita di esplosivo di raggiungere il punto di distribuzione di aiuti umanitari russi nella provincia di Homs.
“Il Sergente Andrey Leonidovich Timoshenkov, che stava scortando un convoglio umanitario del Russian Reconciliation Center,
ha fermato una vettura carica di esplosivo, aprendo il fuoco con armi
di piccolo calibro. Andrey ha subito delle lesioni che gli sono costate
la vita durante l’esplosione del veicolo guidato da un attentatore suicida “, ha affermato il ministero in una nota. I medici della base aerea di Hmeimim, nella provincia di Latakia, hanno combattuto per la vita di Timoshenkov per oltre 24 ore, ma giovedì 16 giugno il soldato è deceduto. Il comando militare russo ha onorato il sergente Timoshenkov con un’onoreficenza postuma. Secondo i media russi, il sergente era un marine proveniente dalla regione di Kaliningrad.
Dall’inizio dell’intervento russo in Siria, richiesto dal presidente Bashar al Assad il 30 settembre 2015, la Russia ha perso 11 soldati nel corso della guerra contro il terrorismo: da ricordare colui che è stato definito “l’eroe di Palmira”, Alexander Prokhorenko, 25 anni, deceduto a fine marzo.
martedì 14 giugno 2016
giovedì 9 giugno 2016
Assad: “Combatteremo il terrorismo fino alla fine. E vinceremo”
Damasco, 7 giu – Durante la giornata di oggi, il presidente siriano Bashar al Assad ha aperto il proprio discorso rivolto all’Assemblea del popolo affermando che il numero senza precedenti di elettori registrato nelle recenti elezioni parlamentari
ha inviato un messaggio chiaro al mondo: maggiore è la pressione
internazionale sulla nazione siriana, più forte è l’impegno del popolo
della Siria per la salvaguardia della propria sovranità. Per questa tornata elettorale, il popolo ha avuto modo di eleggere candidati che hanno vissuto la sofferenza e che sono quindi disposti a donare
e a lavorare per il prossimo e non per se stessi, proprio come i
martiri, i feriti e tutti coloro che hanno sacrificato le proprie vite
per la libertà. Secondo le parole del presidente, ormai non è più un
segreto per i siriani il fatto che il nodo centrale del processo
politico dei paesi che sostengono il terrorismo sia diretto a colpire al
cuore il concetto di patria, che nella costituzione siriana è sacro:”Il
nucleo del loro schema politico, dopo aver fallito nell’adulazione del
terrorismo, è stato quello di colpire la Costituzione per creare di
conseguenza il caos”. La mossa degli adulatori internazionali
dell’opposizione è stata in prima battuta il supporto al terrorismo e in
seguito l’attribuzione dell’aggettivo “moderato” a questo orrore che sta dilagando non solo in Siria ma anche nel resto del mondo.
“L’unità della Patria non inizia dalla geografia, ma parte dall’unità dei cittadini”, ha detto il presidente, spostando il discorso sui fallimentari colloqui di Ginevra circa la crisi siriana. Le richieste rivolte alla delegazione siriana a Ginevra sono state, secondo il presidente, soltanto un tentativo di trappola diplomatica, sebbene “le nostre risposte siano state ferme e decise e non abbiamo consentito loro di ingannarci in alcun modo. Quando non sono riusciti a ottenere quello che volevano, la loro risposta è stata un’aperta dichiarazione di sostegno al terrorismo e, quindi, il ritiro dalla cessazione delle ostilità”, aggiungendo che “quello che abbiamo visto accadere ai civili e agli ospedali ad Aleppo ne è la diretta conseguenza”. Spostando l’attenzione sulla situazione geopolitica e militare, ha osservato come il regime di Erdogan si sia concentrato sulla città di Aleppo, ultima speranza per il suo progetto della Fratellanza (musulmana). “Aleppo sarà la tomba dove saranno sepolti tutti i sogni e le speranze di quel macellaio“, ha detto il presidente al Assad. Ha successivamente sottolineato come la “ribellione” in Siria non stia dormendo, ma più che altro è da considerarsi morta: “i bombardamenti terroristici non divideranno mai il popolo siriano, perchè i siriani sono fratelli nella vita e nel martirio“.
Salutando il popolo siriano “ovunque in Siria stia sfidando la morte, il terrorismo e i progetti di opposizione con il proprio impegno, per la voglia di vivere e di rimanere saldi”, il presidente ha ribadito il motivo per cui la sua guerra contro il terrorismo non avrà fine: “Non perché ci piacciono le guerre, come coloro che hanno dato il via alla guerra contro la Siria, ma perché lo spargimento di sangue non avrà termine fino a quando non sradicheremo il terrorismo ovunque si trovi e indipendentemente da qualunque maschera indossi; proprio come abbiamo liberato Palmira e molti altre zone nei mesi passati, stiamo andando a liberare ogni pollice della Siria dalle loro mani, perché non abbiamo altra scelta, se non quella della vittoria”.
Assad ha ribadito che qualsiasi processo politico che si tenti di avviare, risulterà sempre privo di senso e inutile se non coinciderà con la lotta al terrorismo. Ha salutato gli “eroi della Siria che combattono nell’esercito, nelle forze armate e nelle forze di supporto”, dicendo che se non fosse per il loro coraggio, la Siria non sarebbe la nazione che è. Il Presidente ha infine ringraziato i suoi alleati, affermando che il terrorismo prima o poi verrà sconfitto finché ci saranno nel mondo paesi come l’Iran, la Russia e la Cina a sostegno del popolo siriano, paesi che stanno dalla parte della giustizia e continuano ad aiutare gli oppressi di fronte dell’oppressore: “si tratta di paesi che rispettano i propri principi e cercano di sostenere sempre il diritto di ogni popolo a scegliere il proprio destino”. Il Parlamento siriano ha salutato il presidente al Assad con il motto: “Con il sangue e con l’anima ti onoriamo Bashar”.
“L’unità della Patria non inizia dalla geografia, ma parte dall’unità dei cittadini”, ha detto il presidente, spostando il discorso sui fallimentari colloqui di Ginevra circa la crisi siriana. Le richieste rivolte alla delegazione siriana a Ginevra sono state, secondo il presidente, soltanto un tentativo di trappola diplomatica, sebbene “le nostre risposte siano state ferme e decise e non abbiamo consentito loro di ingannarci in alcun modo. Quando non sono riusciti a ottenere quello che volevano, la loro risposta è stata un’aperta dichiarazione di sostegno al terrorismo e, quindi, il ritiro dalla cessazione delle ostilità”, aggiungendo che “quello che abbiamo visto accadere ai civili e agli ospedali ad Aleppo ne è la diretta conseguenza”. Spostando l’attenzione sulla situazione geopolitica e militare, ha osservato come il regime di Erdogan si sia concentrato sulla città di Aleppo, ultima speranza per il suo progetto della Fratellanza (musulmana). “Aleppo sarà la tomba dove saranno sepolti tutti i sogni e le speranze di quel macellaio“, ha detto il presidente al Assad. Ha successivamente sottolineato come la “ribellione” in Siria non stia dormendo, ma più che altro è da considerarsi morta: “i bombardamenti terroristici non divideranno mai il popolo siriano, perchè i siriani sono fratelli nella vita e nel martirio“.
Salutando il popolo siriano “ovunque in Siria stia sfidando la morte, il terrorismo e i progetti di opposizione con il proprio impegno, per la voglia di vivere e di rimanere saldi”, il presidente ha ribadito il motivo per cui la sua guerra contro il terrorismo non avrà fine: “Non perché ci piacciono le guerre, come coloro che hanno dato il via alla guerra contro la Siria, ma perché lo spargimento di sangue non avrà termine fino a quando non sradicheremo il terrorismo ovunque si trovi e indipendentemente da qualunque maschera indossi; proprio come abbiamo liberato Palmira e molti altre zone nei mesi passati, stiamo andando a liberare ogni pollice della Siria dalle loro mani, perché non abbiamo altra scelta, se non quella della vittoria”.
Assad ha ribadito che qualsiasi processo politico che si tenti di avviare, risulterà sempre privo di senso e inutile se non coinciderà con la lotta al terrorismo. Ha salutato gli “eroi della Siria che combattono nell’esercito, nelle forze armate e nelle forze di supporto”, dicendo che se non fosse per il loro coraggio, la Siria non sarebbe la nazione che è. Il Presidente ha infine ringraziato i suoi alleati, affermando che il terrorismo prima o poi verrà sconfitto finché ci saranno nel mondo paesi come l’Iran, la Russia e la Cina a sostegno del popolo siriano, paesi che stanno dalla parte della giustizia e continuano ad aiutare gli oppressi di fronte dell’oppressore: “si tratta di paesi che rispettano i propri principi e cercano di sostenere sempre il diritto di ogni popolo a scegliere il proprio destino”. Il Parlamento siriano ha salutato il presidente al Assad con il motto: “Con il sangue e con l’anima ti onoriamo Bashar”.
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