Nel mese di maggio la Francia aveva già espulso gli ambasciatori e altri diplomatici siriani dal proprio paese.
Sabato il Presidente della Francia François Hollande si è incontrato a Parigi con il capo della “Coalizione nazionale delle forze siriane d'opposizione” Moaz al-Khatib. Secondo i risultati dell'incontro, è stato dichiarato che la Francia è pronta ad accogliere l'ambasciatore dell'opposizione siriana come rappresentante del popolo siriano.
In seguito all’incontro al palazzo presidenziale francese il leader del Cns ha annunciato la nomina di Mounzir Makhous come ambasciatore di Damasco a Parigi.
La nomia di Makhous ha scatenato molte polemiche nel paese mediorientale. Il governo di Damasco ha definito un atto ''ostile'', la decisione della Francia di accogliere nei giorni scorsi il primo ''ambasciatore'' della nuova Coalizione siriana, la piattaforma di oppositori all'estero creata la settimana scorsa a Doha, in Qatar, aggiungendo che Makhous è infatti l’ambasciatore della Francia e non della Siria.
Damasco aveva gia' informato pure il "Qatar" che considera la sponsorizzazione del cosiddetto consiglio degli oppositori ad opera di Doha una dichiarazione di guerra.
Nel corso di una conferenza a Teheran sulla Siria che si è tenuta su iniziativa della Repubblica islamica, il ministro della riconciliazione nazionale di Damasco, Ali Heydar, ha affermato che la Francia si sta comportando ''come una nazione ostile''.
La nomina di Mounzir Makhous come nuovo ambasciatore della Siria in Francia non è altro che una scelta propagandistica fatta apposta dall’oppposizione siriana per dimostrare che il Cns comprende tutte le minoranze e le maggioranze etniche e religiose del paese; Makhous e' infatti un alawita, proprio come il presidente Assad.
Il nuovo ambasciatore siriano a Parigi, non residierà per il momento nella sede diplomatica ufficiale. Sarà il governo francese a fornire una nuova struttura adeguata.
La Francia è sinora l'unico Paese occidentale ad aver formalmente riconosciuto il gruppo come rappresentante del popolo siriano. Una conferma al fatto che Parigi sarebbe molto felice di avventurarsi, come fece in Libia, in una nuova e lucrosa guerra "umanitaria".
Sabato il Presidente della Francia François Hollande si è incontrato a Parigi con il capo della “Coalizione nazionale delle forze siriane d'opposizione” Moaz al-Khatib. Secondo i risultati dell'incontro, è stato dichiarato che la Francia è pronta ad accogliere l'ambasciatore dell'opposizione siriana come rappresentante del popolo siriano.
In seguito all’incontro al palazzo presidenziale francese il leader del Cns ha annunciato la nomina di Mounzir Makhous come ambasciatore di Damasco a Parigi.
La nomia di Makhous ha scatenato molte polemiche nel paese mediorientale. Il governo di Damasco ha definito un atto ''ostile'', la decisione della Francia di accogliere nei giorni scorsi il primo ''ambasciatore'' della nuova Coalizione siriana, la piattaforma di oppositori all'estero creata la settimana scorsa a Doha, in Qatar, aggiungendo che Makhous è infatti l’ambasciatore della Francia e non della Siria.
Damasco aveva gia' informato pure il "Qatar" che considera la sponsorizzazione del cosiddetto consiglio degli oppositori ad opera di Doha una dichiarazione di guerra.
Nel corso di una conferenza a Teheran sulla Siria che si è tenuta su iniziativa della Repubblica islamica, il ministro della riconciliazione nazionale di Damasco, Ali Heydar, ha affermato che la Francia si sta comportando ''come una nazione ostile''.
La nomina di Mounzir Makhous come nuovo ambasciatore della Siria in Francia non è altro che una scelta propagandistica fatta apposta dall’oppposizione siriana per dimostrare che il Cns comprende tutte le minoranze e le maggioranze etniche e religiose del paese; Makhous e' infatti un alawita, proprio come il presidente Assad.
Il nuovo ambasciatore siriano a Parigi, non residierà per il momento nella sede diplomatica ufficiale. Sarà il governo francese a fornire una nuova struttura adeguata.
La Francia è sinora l'unico Paese occidentale ad aver formalmente riconosciuto il gruppo come rappresentante del popolo siriano. Una conferma al fatto che Parigi sarebbe molto felice di avventurarsi, come fece in Libia, in una nuova e lucrosa guerra "umanitaria".
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