Città del Vaticano 7 set. (LaPresse) - Ci sono anche loro sul sagrato di San Pietro e pregare con Pap Bargoglio per socngiurare che non loro paese si scateni la guerra. Sono una decina: donne, bambine e uomini. Sono siriani, in Italia chi da 5 e chi da 10 anni. Sono musulmani e cristiani ma soprattutto ribadiscono l'innocenza del "loro" presidente Assad. Sana è bionda, ha 44 anni ed è cristiana.
"Assad non uccide - esordisce - ditelo, scrivetelo. La guerra è una guerra sporca, fatta per interessi americani". "Nessuno - continua - si chiede quale è la verità che arriva dalla Siria. Solo un siriano puà sapere cosa sta succedendo nel suo Paese e io dico che nel mio paese Assad non è l'autore di nessun massacro". Le fa eco Karim, musulmano, 16 anni. Sembra avere le idee chiare.
"Nel mio paese - dice - c'è un profondo rispetto per tutte le religioni e le minoranze. Assad è amato dal popolo che lo ha voluto e lo ha eletto. Chi uccide sono i terroristi e chi vuole attaccare la Siria sappia che sta facendo il loro gioco". Molti si inseriscono nel discorso disquisendo sulle intenzioni degli Usa e di Israele. Sana puntualizza: "Almeno voi - dice rivolgendosi simbolicamente ai giornalisti italiani - prendetevi la briga di parlare con qualcuno di noi. Io lì ho parenti, amici che sento ogni giorno. C'è paura, c'è terrore. Ma vi garantisco: Assad è un laico, aperto, liberale e rispettoso. Io sono orgogliosa di avere un presidente così".
"Cosa sta spiengendo Obama - continua - a questa guerra? Forse il calo dei suoi consensi? Per favore, ponetevi almeno qualche domanda". Intorno si crea immediamente un capanello di altri siriani he annuiscono e dicono: "Speriamo che questa veglia serva a dire no alle armi".
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