Washington, 6 gen – Gli Stati Uniti sono la più grande minaccia alla pace mondiale. E questa è una cosa che begli anni si è sentita dire spesso. Ma stavolta lo dice un sondaggio condotto in 68 diversi Paesi in tutto il mondo dal prestigioso Worldwide Independent Network and Gallup. I cittadini che, alla domanda “Quale Paese pensi sia oggi la più grande minaccia alla pace mondiale?” hanno indicato gli Stati Uniti appartengono non solamente a Nazioni che in prima persona hanno potuto beneficiare della “pax americana” come quelli dell’area mediorientale e sudamericana (Argentina, Brasile e Perù in testa) ma provengono anche da partner storici e alleati NATO come Grecia e Turchia.
L’America si ritrova così al primo posto in classifica, con il 24 percento delle “preferenze” (accumulate anche grazie alla miserevole figura tenuta nell’ affaire Siria), inseguita da lontano dal Pakistan (8 percento) e dalla Cina (6 percento). Quarto posto condiviso da Afghanistan, Iran, Corea del Nord e (udite udite) da Israele, con il 5 percento dei voti. Israele è salita nei sondaggi dopo aver tuonato contro gli accordi nucleari presi con l’Iran e minacciato rappresaglie.
Interessante notare come una percentuale abbastanza significativa di cittadini statunitensi, intorno al 13 percento, abbia confessato di ritenere che la propria Nazione sia il pericolo più grande al precario status quo internazionale. Un altro sondaggio condotto dal AP-NORC Center for Public Affairs Research ha rivelato che secondo più del 50 percento dei cittadini americani intervistati il sistema politico statunitense deve essere “ completamente riformato”. Perdipiù, il 70 percento pensa che il governo Obama non sia in grado di fare fronte ai problemi e alle questioni principali che si porranno nel 2014
Non così scontato allora appare l’esito dell’altra grande domanda posta dal Worldwide Independent Network and Gallup agli intervistati, e cioè “Se non ci fossero ostacoli per vivere in qualunque parte del mondo, in quale paese vivresti?”: di nuovo gli Stai Uniti restano in testa, sebbene con un assai più risicato margine del 9percento.
Cosa ne possiamo dedurre? Che gli Stati Uniti sono un Paese prospero e pieno di benessere, certo, ma che per ottenere e mantenere questo benessere non si fanno scrupoli a fomentare o scatenare conflitti in aree del mondo ritenute strategiche. Siamo di fronte ad una Nazione ancora in grado di abbagliare molti nel mondo con il suo miraggio di ricchezza e di successo. Che però a detta dei suoi stessi coccolati cittadini rappresenta la principale minaccia alla pace mondiale e che necessiterebbe di un radicale mutamento in politica interna.
Viviamo oggi (ancora) nell’era geopolitica paventata da Carl Schmitt, in cui vi è una sola superpotenza egemone, che ritenendo di avere in tasca la formula per la felicità universale, si sente calvinisticamente in dovere di imporla al resto del globo terracqueo, garantendo una vita agiata ai propri cittadini, generando guerre e miseria negli altri Paesi grazie allo stesso modello.
Nessun commento:
Posta un commento