Questo tipo di attacco che, sebbene risulti ancora nuovo nella strategia dell’Isis, almeno rispetto alle “classiche” auto-bombe,
fa riflettere su quanto ancora i canali di approvvigionamento illegale
del Califfato siano attivi e di quanto ancora paesi come la Turchia
stiano giocando una doppia partita nei confronti dell’Isis come
denunciato spesso anche dai parlamentari dell’opposizione turca.
Come fattore ultimo,
ma non meno importante, un simile attacco, che paradossalmente innalza
il livello – già abbastanza alto- di pericolosità dell’Isis, è attribuibile a un netto ridimensionamento delle conquiste del Califfato in Siria con la perdita di Palmira, avvenuta pochi giorni fa, che di fatto incrina fortemente la capacità offensiva
dell’Isis almeno nella zona occidentale della Siria. Forse, quindi, un
atto disperato, un “fallo di reazione” per dirla classicisticamente, che
però ha dentro di se un fattore psicologico enorme, che ha già causato la fuga verso i territori sicuri della nazione siriana di migliaia di profughi.
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