L’Arabia Saudita non si rassegna al fallimento della sua strategia per rovesciare il regime laico e socialista di al Assad in Siria e sta procedendo a costituire due battaglioni costituiti da 40.000 miliziani, mercenari provenienti da vari paesi, formati ed addestrati con l’aiuto del Pakistan, della Giordania, degli Emirati Arabi Uniti e del governo francese di Hollande.
Secondo la rivista statunitense Foreign Policy, questi due battaglioni dovrebbero partire per la Siria e vengono addestrati in questi giorni in Pakistan e in Giordania. L’Arabia Saudita provvede al finanziamento di questi battaglioni incluso il pagamento dei salari ai miliziani, i militari pakistani provvedono all’addestramento.
Il motivo per il quale si è deciso, da parte dei servizi sauditi, di realizzare queste formazioni di miliziani armati deve ricercarsi nel rifiuto degli USA di attaccare la Siria. Questo rifiuto ha spinto l’Arabia Saudita a passare all’azione diretta per rovesciare il regime di Assad.
Secondo il “Foreign Policy”, che cita l’analista dell’Istituto Carnegy, Yazid Sayegh, questo esercito, formato da 40.000 o 50.000 uomini, dimostra che Riad ha deciso di procedere ad un intervento militare in Siria indipendentemente dagli USA. L’Arabia Saudita è determinata a portare avanti l’azione militare secondo i propri piani.
Tuttavia il piano saudita incontra diversi problemi, incluso la instabilità del Pakistan e dei paesi vicini, come la Giordania, che si oppone ad un attacco alla Siria dal suo territorio.
A questo bisogna aggiungere l’incapacità degli USA e della Francia di organizzare ed unificare i vari gruppi terroristi.
D’altra parte nel nord della Siria e più precisamente nella località di Rayhaniyyè, ai confini con la Turchia, i sauditi ed i catariani lavorano per formare una nuova milizia che possa raggruppare il maggior numero dei gruppi terroristi che operano sul terreno.
A questi incontri hanno partecipato i leaders del così detto esercito sirio libero (ESL)e dei battaglioni Liwa al Tuhid, Sukur ash Sham , Yaish al Islam e la seconda brigata.
Si prevede di costituire un ufficio politico centrale a somiglianza della Coalizione Nazionale di Opposizione che è stata rifiutata come autorità da molte decine di gruppi integralisti.
Una fonte che ha assistito agli incontri ha riferito al giornale libanese Al Safir che la principale contesa riguarda il comando di questa formazione militare.
Il giornale aggiunge che la formazione assumerà il nome di “Esercito di Muhammad”.
L’obiettivo dell’Arabia Saudita è quello di costituire uno stato confessionale in Siria sotto la propria influenza.
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